La Lazio trionfa ai calci di rigore (rete decisiva di Dabo, Muslera ne para due, uno a Cassano) e vince la Coppa Italia 2009, battendo la Sampdoria. I tempi regolamentari e supplementari erano terminati 1-1 (entrambi i gol nei primi quarantacinque minuti). Il trofeo è stato consegnato dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, presente in tribuna per tutta la durata della gara e che ha ribadito la necessaria sospensione delle partite in caso di cori razzisti.
Finale unica all’Olimpico di Roma che vale l’accesso alla prossima Europa League (ex Coppa Uefa) per una previsione d’incasso di dieci milioni di euro. È il primo successo per il presidente Claudio Lotito. Il tecnico biancoceleste, Delio Rossi, ha dedicato (in lacrime) la vittoria al pubblico laziale. Un pensiero per Gabriele Sandri da Lorenzo De Silvestri, difensore della Lazio e grande amico di “Gabbo”, il tifoso biancoceleste ucciso da un poliziotto (Spaccarotella) in un autogrill.
Nei novanta minuti regolamentari del match tanta tensione, pochissimo spettacolo e due gol. La Lazio passa in vantaggio con una perla di Zarate che, partito da sinistra, si accentra e scarica un violentissimo tiro che si insacca nell’angolo opposto alle spalle del portiere doriano Castellazzi. La Sampdoria pareggia poco prima dell’intervallo con una bellissima girata di testa di Pazzini.
Nel secondo tempo e nei due supplementari meglio la Lazio, ma con poche occasioni create. Le due squadre recriminano per due presunti falli da rigore, su Pazzini e Lichtsteiner.
I migliori in campo secondo Blitz: nella Lazio sicuramente Zarate, nella Samp Campagnaro.