Uno scandalo tangenti da 130 milioni di dollari rischia di trasformarsi in un caso diplomatico tra Gran Bretagna e Stati Uniti. Tutto a causa di un avvocato londinese, Jeffrey Tesler, considerato dagli investigatori americani come il vero e proprio cuore pulsante di un giro di mazzette destinato ad ingrossare i conti bancari di un gruppo di politici nigeriani tra cui il presidente dello stato africano. Tangenti, versate tra il 1994 e il 2004, che hanno permesso alla società per cui lavorava Tesler, di incamerare un appalto da 6 miliardi di dollari per la costruzione di impianti di lavorazione del gas a nella città nigeriana di Bonny Island.
Gli Usa vorrebbero l’estradizione del cittadino britannico per processarlo utilizzando le più severe norme anticorruzione americane. La Gran Bretagna, però, nicchia, mentre i legali di Tesler insorgono annunciando battaglia feroce.
Dietro un caso apparentemente individuale, in realtà, si cela una profonda asimmetria legislativa sull’estradizione tra Stati Uniti e Gran Bretagna. A questo si aggiunge il fatto che, nonostante sei anni di indagini in cinque paesi diversi, la struttura britannica competente, l’Ufficio per le Frodi Gravi, non ha ancora intrapreso nessuna azione legale contro Tesler. E anche l’estradizione, a detta del legale di Tesler William Clegg, è “estremamente complicata”. Situazione analoga per un altro suddito di “Sua Maestà”, Wojciech Chodan, al momento non ancora arrestato ed irreperibile.
Secondo l’accusa, Tesler avrebbe lavorato da Londra e sarebbe stato tra i più attivi nella distribuzione delle tangenti. In particolare gli investigatori americani contestano al londinese l‘organizzazione ed il supporto logistico nella consegna di una valigetta contenente un milione di dollari in contanti in un albergo di Abuja. Soldi versati “a beneficio di un partito politico nigeriano”.
Tesler, che nega con decisione ogni addebito, lavorava per una succursale della società statunitense Halliburton. L’azienda, diretta in passato dall’ex vice presidente Dick Cheaney, ha già pagato una multa record da 579 milioni di dollari per sistemare le pendenze con il governo americano.
* Scuola superiore Giornalismo Luiss