Svolta per l’elezione di un giudice alla Corte costituzionale. I gruppi parlamentari del Popolo della libertà hanno chiesto al proprio candidato, Gaetano Pecorella, di ritirare la candidatura. «Nel ringraziare l’onorevole Pecorella per la sensibilità e l’impegno fin qui assicurati, i gruppi parlamentari della Pdl lo invitano a offrire un ulteriore esempio di responsabilità e a contribuire ancora una volta al funzionamento delle istituzioni, come ha sempre fatto, ritirando la propria disponibilità a essere eletto dal Parlamento componente della Corte costituzionale, compiendo così un gesto che consentirebbe di giungere con rapidità all’elezione del giudice mancante», si legge in un comunicato firmato dai capigruppo e dai loro vice del Pdl di Camera e Senato.
MENO VOTI – La scorsa settimana Pecorella aveva ottenuto meno voti dei parlamentari del Pdl, a conferma che all’interno della maggioranza non c’era consenso sulla candidatura dell’ex avvocato di Silvio Berlusconi. «Si tratterebbe di un sacrificio reso ancor più grande dalla consapevolezza che l’onorevole Pecorella gode di tutti i requisiti per entrare a far parte di uno dei massimi organi costituzionali, e non certo di un cedimento alle eccezioni palesemente strumentali e infondate che taluni hanno sollevato contro la sua candidatura», si legge ancora nella nota.
LA RISPOSTA – Pecorella fa il passo indietro richiesto e ritira la sua candidatura : «Io sono stato proposto dal partito e rispondo al partito – spiega il deputato Pdl – e ho già comunicato la mia decisione. Così come sono stato proposto dal Pdl e ho dato la mia disponibilità , se la decisione dei capigruppo è stata questa, li ringrazio sia per avermi proposto sia per avermi chiesto di rinunciare con parole di elogio». Pecorella non nasconde però l’amarezza per quanto è accaduto: «Devo constatare che, ancora una volta, chi decide per la politica è qualche pm», dice riferendosi all’impedimento indicato dal Pd. In ogni caso, aggiunge subito dopo, «Berlusconi si è mostrato così tanto dispiaciuto di quello che è accaduto, che per me è un riconoscimento importante. Resta da capire – osserva ancora l’ex legale del premier – cosa è accaduto dal momento in cui il mio nome è stato proposto ad oggi, quando si decide improvvisamente di seguire un’altra strada. Evidentemente ci sono ragioni politiche che non conosco: l’opposizione della sinistra era scontata, registro che in altri casi simili si è tenuto fermo il punto».
