Al termine della loro requisitoria i pm di Milano hanno formulato le richieste di condanna: per Luca Sala, Louis Moncada, Antonio Luzi (tutti e tre manager di Bank of America) rispettivamente a 6, 5 e 3 anni e mezzo di reclusione; per l’ex manager di Parmalat Venezuela, Giovanni Bonici, l’accusa ha chiesto una condanna a 3 anni e mezzo; per Luciano Silingardi e Paolo Sciumè i magistrati hanno chiesto al tribunale una condanna a 5 anni ciascuno. Quattro anni è invece la richiesta formulata per Enrico Barachini. Infine per Italaudit, ex Grant Thornton, l’accusa ha chiesto una sanzione di 300mila euro più una confisca per altri 600mila euro.
Il Crac Parmalat fu scoperto a fine 2003: il buco lasciato dalla società si aggirava attorno ai 14 miliardi di euro. Dopo il fallimento i piccoli risparmiatori, che avevano investito in bond, furono risarciti solo in parte; la società fu salvata grazie al decreto "Salva-imprese".
La difesa: discrasia con pene patteggiate. Per Giampiero Biancolella, difensore dell’ex patron di Parmalat, «esiste una una forte discrasia tra le pene che sono state patteggiate ad altri imputati e quella richiesta oggi per Calisto Tanzi. Anche dalla requisitoria tenuta oggi in aula dal Pm – sottolinea il legale – è emerso che dal 1996 fino al momento del dafault, Parmalat ha visto la propria capacità di autodeterminarsi scemare nell’interesse di terzi. Quella richiesta è una pena che andrà ridimensionata».