La crisi si fa sentire anche per i gestori di telefonia cellulare. Un dato in sensibile controtendenza rispetto agli ultimi anni.
Nel nostro Paese, infatti, i gestori hanno sempre fatto affari d’oro grazie a due dati: le decine di sms al giorno spediti dagli adolescenti e il costo del servizio di messaggistica breve più salato d’Europa (quasi il doppio della media Ue).
Oggi, uno dei due fattori è venuto meno, perchè di sms gli adolescenti ne mandano sempre meno. Colpa della crisi, e di genitori poco disposti ad allentare i cordoni della borsa per le ricariche. Colpa delle compagnie che non hanno rivisto al ribasso le tariffe limitandosi ad immettere offerte che puntano solo ad aumentare i consumi. E colpa delle alternative gratuite per comunicare come Msn, Skype e il solito Facebook.
Risultato: il mercato dei messaggini è in flessione verticale, con ribassi anche del 20% nel numero degli sms mandati ogni giorno. I teenager, in mancanza di credito, si rifugiano negli “squilli”. Due trilli per comunicare a qualcuno che stai pensando a lui, uno solo per chiedere di essere “ricaricati”.
A documentare questa rivoluzione nel mondo delle relazioni virtuali giovanili è la ricerca, per l’istituto Minotauro di Milano, dello psicoterapeuta Matteo Lancini, autore con Laura Turuani del saggio «Sempre in contatto». Gli studiosi si sono serviti di un campione di più di mille ragazzi per scoprire tutti i segreti dei loro rapporti mediati dalle nuove tecnologie.
Quello che emerge, tra gli adoloscenti, è il bisogno costante di essere in contatto tra loro. Meglio se a costo zero. Gli squilli, con il telefono in modalità vibrazione, arrivano anche nelle scuole durante le ore di lezione. Per Lancini «il bisogno degli adolescenti di essere sempre in stretto rapporto è molto intenso: ne hanno bisogno per autodefinirsi e acquisire consapevolezza di sé».