Un regalo di classe? Un diamante, si diceva, perchè un diamante è per sempre. Non più. La crisi ha devastato anche il mercato delle preziose pietre, e poichè gli americani compravano la metà dei diamanti lavorati del mondo, ora che hanno altre cose per la testa si nota.
Le gioiellerie hanno subito un duro colpo. A New York, perfino il celeberrimo Tiffany’s, sulla Quinta Avenue, ha visto i suoi profitti precipitare del 75 per cento nell’ultimo trimestre. Ma c’è chi se la passa ancora peggio: a Washington Lynn Jewelers, gioiellere di ricchi e potenti dal 1946, ha chiuso i battenti, come anche la catena Christian Bernard Jewelers.
I diamanti sono una spesa impegnativa e con l’aria che tira gli americani, ma non solo loro, se ne tengono ben lontani. L’anno scorso i gioiellieri che hanno chiuso la loro attività negli Stati Uniti sono stati più di mille.
La crisi nelle vendite di diamanti si è diffusa in tutto il mondo, perfino nei poverissimi villagi indiani sparsi nello stato del Gujarat, dove si trovano svariati stabilimenti per la lavorazione delle pietre. Gran parte di coloro che vi lavoravano sono stati licenziati.
E nel Botswana, la cui economia dipende dai diamanti per il 30 percento, il governo ha messo in congedo tutti i minatori che lavoravano nelle quattro miniere che gestisce col gruppo De Beers.
