Crisi in Italia non tocca piercing e tatuaggi: mercato da 80 milioni

La crisi economica, in Italia, non sembra colpire il mercato dei piercing e dei tatuaggi: sono circa 300, infatti, le imprese specializzate. Il dato impressionante è che 52 di queste (il 18% del totale) ha aperto negli ultimi tre mesi. Il dato emerge da una ricerca dell’Ufficio studi della Camera di commercio di Monza e Brianza su dati del Registro Imprese.

Complessivamente, in Italia sono oltre 26 mila le imprese che fanno trattamenti estetici (tra servizi di estetista, trattamenti di bellezza, trucco, oltre a tatuaggi e piercing) e sono aumentate rispetto allo scorso anno del 7,9%: i maggiori incrementi si sono registrati in Lazio (28,9%), Molise (16,8%) e Calabria (13,5%). Un’espansione del mercato che avviene nonostante ci siano sempre più ex-tatuati: cresce infatti il ricorso al laser per cancellare ogni traccia di tatuaggi dalla pelle.

Per quanto riguarda, in particolare, le imprese specializzate nel tatuaggio e piercing, sono localizzate per lo più in Lombardia (23,6%), seguita da Lazio (12,3%), Piemonte (11,6%) ed Emilia Romagna (9,9%). Se si considerano le province, le imprese del tatuaggio e del piercing a Roma sono l’8,1%, a Milano il 5,3%, a Torino il 4,9% e a Napoli il 4,2% del totale nazionale. Fra i lombardi che fanno rinunce in tempo di crisi, pochi sembrano disposti a far a meno della cura del proprio corpo (9%) e all’iscrizione in palestra (12%). (segue)

Ma chi sono i titolari di un’impresa di tatuaggi e piercing? Il 93% delle aziende del settore è individuale e nel 50,6% dei casi il titolare è uomo, fra i 30 e i 49 anni. Solo nel 26,4% dei titolari è donna, e nessuno è over 70.

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