Crisi/ Italia: calo del Pil rivisto al ribasso, mai così male dal 1980

Nell’ultimo trimestre del 2008 il pil italiano ha registrato un calo del 2,9%, rispetto allo stesso trimestre del 2007, più consistente rispetto al – 2,6% stimato nella rilevazione precedente.  Rispetto al terzo trimestre il calo è stato dell’1,9%.

Lo comunica l’Istat. Non si erano mai registrati arretramenti così forti dal 1980, ovvero dall’inizio delle serie Istat.

Nell’intero 2008 il pil italiano ha segnato invece una flessione dell’1%, rispetto al 2007, il calo maggiore dal 1975 (-2,1%).

La Cassa integrazione si avvicina ai massimi del 1993, secondo quanto sottolinea il Centro studi di Confindustria. A febbraio il monte ore Cig annualizzato è stato pari all’1,16% della forza lavoro. Il picco nel ’93 è stato dell’1,4%. Si tratta comunque di livelli lontani dall’84 quando, specifica ancora il Centro studi, si toccò il 2,1%.

Secondo il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso. la crisi sta avendo un impatto sempre maggiore sui cittadini europei.

«La disoccupazione – ha aggiunto – è prevista in aumento e potrebbe salire al 10% nel 2009», molto più in alto rispetto alle ultime previsioni, ha detto Barroso, per il quale dal vertice dei leader Ue sull’occupazione il 7 maggio a Praga «si dovrà uscire con nuove strategie e soluzioni concrete per limitare il più possibile l’impatto sociale della crisi».

L’Italia è fra i paesi che, in termini di deficit di bilancio, «supereranno quest’anno il valore di riferimento del 3% del Pil rimanendone al di sopra nel 2010». Lo scrive la Banca centrale europea nel suo bollettino mensile, spiegando che «il deterioramento dei conti pubblici è diffuso nell’area euro».

A sforare il tetto del 3% nel biennio saranno infatti anche Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Portogallo e Slovenia, mentre Belgio, Germania, Austria e Slovacchia dovrebbero farlo, nelle previsioni, nel 2010, quando si prevede un disavanzo «superiore al valore di riferimento (il 3% del Pil, ndr) in dieci dei sedici paesi membri dell’area dell’euro».

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lgermini