Si annuncia massiccia in Francia l'adesione alla giornata di sciopero generale, con cortei in tutte le principali città del paese. I settori più colpiti sono l’istruzione e i trasporti, ma si fermano anche molti dipendenti delle Poste, di France Telecom, delle emittenti radiotelevisive pubbliche, aeroporti e tribunali, banche e piccole e medie imprese. Il 70% dei voli in partenza e in arrivo dagli aeroporti francesi sarà annullato. Le dieci sigle sindacali che hanno indetto la mobilitazione chiedono «misure urgenti a favore dell’occupazione e dei salari». «Abbiamo bisogno di far sentire il nostro grido di rabbia» ha detto Francois Chereque, leader del sindacato moderato Cfdt. E Bernard Thibault, leader del più radicale Cgt: «Tutti coloro che pensavano che non ci fosse più un movimento sociale di peso oggi si ricrederanno».
SARKOZY: «SERVE SANGUE FREDDO» – Secondo due recenti sondaggi il 69% dei francesi è favorevole alla mobilitazione e il 75% la trova giustificata. Il presidente Sarkozy ha ribadito l'intenzione di andare avanti con il suo programma di riforme. «In una democrazia è normale che la gente protesti, è normale che vi siano dei dibattiti – ha dichiarato il capo dell’Eliseo da Chateauroux -. Capisco le vostre difficoltà , capisco i problemi del potere d’acquisto, delle pensioni, della scuola. Ma devo vedere tutto questo con sangue freddo, con calma, riflettere, non decidere in funzione di quello che c’è scritto sul giornale o di quello che dice chi grida più forte. Sono stato eletto per guidare un Paese di 65 milioni di abitanti e voglio fare in modo che si esca dalla crisi più forti di quando vi siamo entrati». Il capo dello Stato ha infine difeso la priorità all’investimento accordata dal suo piano di rilancio di 26 miliardi di euro, sostenendo che i precedenti esempi di rilancio attraverso il consumo non erano serviti a niente.
