Crisi, Usa/ L’incubo di Obama, un tasso di disoccupazione che continuerà ad essere alto ancora per anni

Ancora a lungo dopo che nel 2012 sarà scaduto il primo mandato presidenziale di Barack Obama milioni di famiglie americane pagheranno il prezzo della recessione in termini di una disoccupazione che sta colpendo e colpirà con una persistenza senza precedenti dalla Grande Depressione.

Una analisi della Reuters  afferma che operai del settore auto a Detroit troppo anziani per essere riaddestrati, ispanici emigrati in Arizona senza nuove case da cosruire a causa della crisi edilizia, laureati in competizione per i pochi impieghi con professionisti esperti, dovranno vedersela con la prospettiva di una lunga disoccupazione.

Da quando la recessione è cominciata nel dicembre del 2007, il tasso di disoccupazione si e’ innalzato di 4,6 punti ed è ora del 9,5 per cento, segnando il balzo più alto dalla Grande Depressione. E quel che è peggio e’ che la durata media della disoccupazione è di quasi sei mesi, il periodo più lungo mai registrato.

Secondo la Reuters, anche se Obama imputa frequentemente la colpa della recessione al suo predecessore, George Bush, le conseguenze dello stato dell’economia ricadranno anche su di lui, un problema non di poco conto per un presidente eletto con lo slogan ”Yes We Can”. E a meno che Obama non riesca ad attenuare, se non risolvere, il problema della disoccupazione, ”il gioioso atteggiamento del ‘possiamo farlo’ potrebbe essere sostituito dalla disperazione, che provocherebbe ferite economiche e sociali tali da mettere a rischio i suoi obiettivi politici’‘, rileva la Reuters.

La disoccupazione normalmente sale durante le recessioni in quanto l’indebolirsi della domanda costringe le aziende a tagliare la produzione ed a licenziare. In genere i senza lavoro vengono riassunti quando la recessione è finita. Per esempio, nelle recessioni contigue nei primi anni ottanta il tasso di disoccupazione raggiunse il suo apice al 10,8 per cento. Ma grazie ad una sostenuta ripresa la percentuale dei senza lavoro scese all’8,3 per cento un anno dopo la fine della crisi.

Questa dinamica è cambiata negli ultimi anni, e gli impieghi persi durante una recessione richiedono molto più tempo per essere nuovamente disponibili, o non si ripresentano affatto. Nella recessione del 2001, la disoccupazione raggiunse il suo apice 19 mesi dopo la sua fine, ed occorsero altri tre anni prima che la percentuale dei senza lavoro tornasse ai livelli di prima.

Nell’attuale recessione, gli economisti prevedono che un alto tasso di disoccupazione esisterà almeno per altri quattro anni. Per fare un esempio, nello stato del Michigan, sede della travagliata industria dell’auto, l’azienda di ricerche IHS Global Insight prevede che i senza lavoro raggiungeranno quota 13 per cento, e che non si tornerà ai livelli pre-crisi fino al 2015.

La piaga della disoccupazione, rileva la Reuters, si estende bene al di là dei lavoratori senza impiego, colpendo le loro famiglie ed intere comunità a causa dei pignoramenti, del degrado di interi quartieri e dell’aumento della criminalità. ”Considero la disoccupazione a lungo termine una terribile malattia, una malattia che uccide”, ha dichiarato il sociologo dell’università di Boston Thomas Cottle, citando come cause stress, ipertensione, depressione, alcolismo e tossicodipendenza.

Secondo le previsioni correnti, quando Obama cercherà un secondo mandato nel 2012, la morsa della disoccupazione stringerà ancora il Paese. La Global Insight stima che in oltre la metà dei 50 stati dell’Unione occorrerà attendere il 2013 prima che il numero dei senza lavoro scenda ai livelli precedenti l’attuale  recessione.

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lgermini