IL VERTICE AL QUIRINALE – Lunedì pomeriggio erano stati i presidenti delle Camere a prendere posizione sulla vicenda con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che del Csm è il presidente di diritto. Secondo quanto risulta dalle indiscrezioni di palazzo, Renato Schifani e Gianfranco Fini avrebbero chiesto al capo dello Stato di suggerire al Csm maggiore prudenza, contestando soprattutto l’opportunità da parte dell’organo di esprimere un parere non richiesto che si potrebbe configurare anche come un’interferenza nei lavori parlamentari. Al momento ogni ipotesi resta aperta, anche quella di un possibile rinvio del voto sul documento, che boccia senza mezzi termini il provvedimento.
CENTROSINISTRA DIVISO – Intanto il centrosinistra si spacca sulla posizione da tenere nei confronti dell’esecutivo e della maggioranza. Ferma restando l’unanimità nella condanna della «blocca processi», considerata uno stratagemma per favorire il premier, il leader del Pd ha preso le distanze da Antonio Di Pietro, che contro l’ipotesi di una giustizia «fai da te» sta organizzando una manifestazione di piazza (per martedì 8 luglio) e che nei giorni scorsi era arrivato anche a dare del «magnaccia» al presidente del Consiglio dopo la pubblicazione delle nuove intercettazioni tra il Cavaliere e il dirigente Rai, Agostino Saccà, Veltroni ha spiegato che il Pd farà la sua opposizione in aula perché «noi non manifestiamo aggratis».