Da ieri, il Dalai Lama, al secolo Tenzin Gyatso, è cittadino onorario di Parigi. Il conferimento dell’onorificienza è stato fortemente voluto dal sindaco della città, il socialista Bertrand Delanoe, e dal gruppo dei verdi per manifestare il sostegno della capitale francese «al popolo tibetano, che sta difendendo il suo diritto fondamentale alla dignità, libertà e alla vita». Al contrario, nessun sostegno è arrivato dal partito conservatore del presidente Nicolas Sarkozy, né dai comunisti.
L’iniziativa non è piaciuta neanche un po’ alla Cina: da ieri si susseguono proteste e appelli al boicottaggio dei prodotti francesi. In particolare, nella Repubblica popolare è stata presa di mira la catena di supermercati Carrefour. Molti bloggers cinesi hanno accusato la compagnia di sostenere il Dalai Lama, ma la direzione di Carrefour ha smentito.
La Cina ha anche ventilato l’ipotesi che le relazioni con i Paesi che ospitano il Dalai Lama «andranno incontro a deterioramento».
Intanto, il presidente del Senato francese Christian Ponceletun è volato a Pechino per cercare di appianare i contrasti di questi giorni. Contrasti che si sommano alla tensione, mai del tutto sopita, nata tra i due Paesi in occasione del passaggio della torcia olimpica a Parigi, la scorsa estate. Diverse manifestazioni pro-Tibet avevano accompagnato l’evento.
*(Scuola Superiore di Giornalismo Luiss)