di Carla
Mi sembra che il caso Englaro abbia messo in secondo piano un'altra questione – sempre riguardante la sanità , ma di segno opposto. Mi riferisco al cosiddetto «ddl sicurezza» dove, in un guazzabuglio di misure demagogiche, compare anche la revoca dell'obbligo (da parte dei medici) alla «non denuncia» dei pazienti che risultino «clandestini». Questa norma demenziale non servirà a nulla se non a rendere sempre più chiuso il mondo di chi non ha un permesso di soggiorno: lascerà i lavoratori irregolari intrappolati tra la criminalità organizzata (straniera e no) e il muro di gomma, sempre più impenetrabile, della burocrazia italiota, vessatoria e disorganizzata. Ma c'è anche un'altra insidia che riguada proprio la nostra sicurezza – quella vera, stavolta. La salute pubblica non è una questione esclusivamente individuale: come sanno anche i bambini, le malattie si trasmettono. E spesso per limitare i danni di un'epidemia è essenziale agire immediatamente. Come potremmo affrontare un'epidemia di meningite se centinaia di migliaia di cittadini saranno totalmente invisibili al nostro sistema sanitario (dal quale – per evitar guai – staranno ben alla larga)? Temo che il governo stia navigando seguendo la bussola dei sondaggi, alla ricerca di quote di consenso (a buon mercato) da far fruttare al prossimo appuntamento elettorale. Ma ciò non ha nulla a che vedere con la nostra sicurezza.
