Il governo è stato battuto per tre volte nell'Aula del Senato sul ddl sicurezza. La maggioranza è andata sotto in tre votazioni, per le quali era stato chiesto il voto segreto, su tre emendamenti soppressivi del Pd sui quali aveva espresso parere contrario.
Le norme bocciate. Le proposte di modifica che sono state approvate con parere contrario del governo e dei relatori prevedono la soppressione di tre lettere all'articolo 39 del ddl, quello considerato più "caldo" per le norme sull'immigrazione. Due delle norme bocciate riguardano la permanenza nei Centri di espulsione per stranieri e la possibilità di revocare il permesso di soggiorno anche se si commette un reato per quanto riguarda i diritti d'autore. Ora queste due misure sono state soppresse, pertanto resta in vigore la legge attuale.
Permesso di soggiorno per i familiari. Il terzo emendamento su cui la maggioranza è stata battuta è quello relativo alla conferma della possibilità, per l'immigrato residente da almeno sei anni, di poter chiedere per i familiari un titolo di soggiorno, secondo la normativa attualmente in vigore. Il testo del ddl, invece, imponeva come condizione che i familiari fossero «regolarmente soggiornanti» nel territorio dello Stato «ininterrottamente da almeno cinque anni».
Irregolari: non potranno essere trattenuti per oltre 60 giorni nei Centri d'identificazione. Torna la norma della Bossi-Fini: gli stranieri irregolari non potranno essere trattenuti nei Centri di identificazione per un periodo superiore ai 60 giorni. L'Aula di palazzo Madama ha infatti approvato l'emendamento dell'opposizione che abroga la norma della maggioranza che portava a 18 mesi il periodo massimo di permanenza.
La norma del ddl che è stata abrogata prevedeva che ci dovesse essere una permanenza dello straniero nel Centro di espulsione per 60 giorni. Nel caso fosse stato impossibile arrivare ad una identificazione dell'immigrato, il termine di permanenza veniva prorogato di altri 60 giorni. Ma anche prima di questo termine il questore poteva eseguire l'espulsione dello straniero o il «respingimento» dandone comunicazione al giudice. Trascorsi questi 120 giorni, se lo straniero continuava ad essere non identificabile, poteva essere trattenuto nel Centro per altri 60 giorni. La durata complessiva della sua permanenza non poteva comunque essere superiore, complessivamente, ai 18 mesi. «Con l'abrogazione di questa norma – commenta il primo firmatario dell'emendamento, Felice Casson – è stato dato un segnale fortissimo contro la politica di immigrazione del governo. Evidentemente sulla linea imposta da Maroni non ci sta neanche la maggioranza». Il voto segreto su questo emendamento e sugli altri due soppressivi di alcune parti dell'articolo 39 del ddl sicurezza è stato chiesto perché, spiega il senatore del Pd, «erano palesemente in contrasto con gli articoli 13, 24 e 29 della Costituzione».
Per gli stupratori niente domiciliari, solo il carcere. In giornata l'Aula del Senato ha approvato anche l'emendamento presentato dalla Lega che nega gli arresti domiciliari per gli stupratori, prevedendo per loro solo il carcere. Nella proposta di modifica che ha ricevuto il via libera si prevede anche l'arresto in flagranza per i violentatori e l'impossibilità di prevedere per loro altri benefici, come l'affidamento in prova ai servizi sociali, il regime di semilibertà, i permessi premio e la liberazione anticipata. Non potrà godere di questi benefici della legge Gozzini anche chi è accusato di reati che riguardano la prostituzione e la pornografia minorile. L'emendamento è passato dopo un lungo confronto in Aula con l'opposizione che ha accusato la maggioranza di voler legiferare solo «sulla base dell'emotività» determinata dagli ultimi eventi di cronaca.
Violenza sessuale. patrocinio gratuito per le vittime. Le vittime di reati sessuali avranno diritto al gratuito patrocinio, anche in deroga ai limiti di reddito previsti dalla legge attuale. E' quanto prevede un emendamento al ddl Sicurezza approvato dall'Aula del Senato e presentato dai relatori Carlo Vizzini e Filippo Berselli, presidenti della commissione Affari costituzionali e giustizia di palazzo Madama.
Le votazioni riprendono giovedì. L'Aula del Senato si è fermata per stasera all'esame dell'articolo 39 del ddl sulla sicurezza. Le votazioni sull'intero articolo 39 e sugli emendamenti agli altri articoli del disegno di legge, per le quali è stato chiesto ancora il voto segreto, riprenderanno giovedì mattina.
