I medici potranno denunciare alle autorità gli stranieri irregolari. L'Aula di Palazzo Madama ha infatti approvato l'emendamento presentato dalla Lega, primo firmatario il capogruppo Federico Bricolo, che cancella la norma secondo la quale il medico non deve denunciare lo straniero che si rivolge alle strutture sanitarie pubbliche.
L'articolo 39 prevede il carcere fino a quattro anni per i clandestini che restano in Italia nonostante l'espulsione, fissa tra gli 80 e i 200 euro la tassa sul permesso di soggiorno.
L'opposizione aveva chiesto il voto segreto perché l'emendamento, aveva sostenuto Giovanni Procacci (Pd), «è in palese violazione della Costituzione». Ma il presidente del Senato aveva respinto la richiesta facendo votare la proposta di modifica con voto elettronico che è passata con 156 sì, 132 no e un astenuto.
Sì alle ronde padane ma non armate con l'approvazione dell'articolo 46. Nella norma si prevede che gli enti locali saranno «legittimati ad avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini al fine di segnalare agli organi di polizia locale eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana ovvero situazioni di disagio ambientale». Ma, grazie ad un emendamento del Pd, primo firmatario Felice Casson, le ronde non potranno girare armate e non potranno «cooperare nello svolgimento dell'attività di presidio del territorio» così come era stato previsto invece nel testo licenziato dalla commissione Giustizia del Senato.
Schedatura dei clochard. Entro 30 giorni dall'entrata in vigore della legge i clochard che vivono in Italia dovranno essere iscritti in un registro che verrà istituito presso il ministero dell'Interno.
Ieri il governo è stato battuto per tre volte su tre emendamenti soppressivi del Pd sui quali aveva espresso parere contrario. I 6 franchi tiratori di ieri sono tutti della Campania e del PdL. Ma perché tutti della Campania? «Per una questione territoriale. È una rivendicazione – spiega una senatrice del PdL – tutta casertana: chiedono che anche Caserta diventi sede di una Corte d'Appello. Tutto rientrato, una tempesta in un bicchier d'acqua».
