Decreto anticrisi/ Domani è attesa la fiducia: il servizio studi della Camera esprime dubbi su alcune parti del decreto. Oltre all’opposizione, anche l’Mpa potrebbe votare no

Il governo porrà domani 23 luglio la fiducia sul Decreto legge anticrisi. Ieri era arrivato il sì della commissione Bilancio e Finanza al dl: erano stati votati in un pacchetto unico i 150 emendamenti e novità inserite nel testo. Tra le misure approvate ci sono lo scudo fiscale, l’innalzamento dell’età pensionabile per le donne nel pubblico impiego e nuove misure a sostegno delle imprese. È prevista inoltre, oltre agli sgravi fiscali del 3% sulla ricapitalizzazione delle imprese fino a 500 mila euro, una moratoria sui debiti delle piccole e medie imprese, la possibilità di vendere quote pari al 10% delle aziende di trasporto pubblico, la creazione di un fondo per le attività di carattere sociale gestito dalle regioni e un forte contrasto al gioco illegale.

Intanto, il servizio studi della Camera esprime dubbi su alcuni punti del decreto legge a partire dal calcolo dell’aliquota dello scudo fiscale e dal fondo per le attività di carattere sociale di pertinenza regionale, che anticipa in parte il federalismo fiscale. Per il centro studi, la costituzione di un fondo settoriale, se pur molto ampio, è a destinazione vincolata, e questo sembrerebbe essere in contraddizione proprio con i principi e con il disegno dettati dalla riforma con il federalismo.

Intanto, tutta l’opposizione, e non solo, protesta. Per Franceschini i decreti varati dal governo sono sempre più «disomogenei. Dentro c’è di tutto, dalla riforma delle pensioni, allo scudo fiscale, alle leggi sugli immigrati. Lo svuotamento del Parlamento rende confuso il legiferare anche per le categorie sociali, che sono in difficoltà e non vengono interpellate». L’Udc si asterrà dal voto, ma le  grane arrivano anche dalla maggioranza: l’Mpa, non esclude un no alla fiducia in Aula. «Stasera ci sarà una riunione e valuteremo anche questa ipotesi», ha dichiarato il deputato del movimento per l’Autonomia Roberto Commercio che contesta una «chiusura totale alle nostre richieste» in particolare per quanto riguarda le misure rivolte al sud. Livia Turco, capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera, ha tuttavia commentato positivamente una norma: «Finalmente il governo ascolta la richiesta dell’opposizione di aumentare i finanziamenti per le cure palliative». Il ddl sulle cure palliative e le terapie del dolore ha infatti previsto uno stanziamento di 50 milioni di euro.

Published by
Lorenzo Briotti