Decreto Anticrisi/ Via libera dalle Commissioni Bilancio e Finanza, si va verso la fiducia a Montecitorio. Il Pd insorge e abbandona i lavori, Udc si astiene, anche l’Mpa vota contro

Lo scudo fiscale, la mini riforma delle pensioni con l’innalzamento dell’età per le donne e le misure in favore del mondo delle imprese. Sono questi alcuni dei punti del decreto anticrisi che hanno ricevuto l’ok dalle Commissioni Bilancio e Finanza di Camera e Senato.

Il dl ha ricevuto martedì il via libera durante una seduta della Commissioni un po’ burrascosa, in cui il Pd ha abbandonato i lavori, l’Udc si è astenuto dal voto e l’Mpa di Raffaele Lombardo, pur facendo parte della maggioranza, ha votato contro.

Il decreto legge si appresta ad entrare nell’aula di Montecitorio mercoledì, quando, ormai è quasi certo, la maggioranza porrà ancora una volta la fiducia. In realtà non ci sono grandi segnali che farebbero presumere delle difficoltà di far approvare il dl in Aula, anche se, oltre al fatto che alla maggioranza mancherà l’appoggio del Mpa, il governo è anche stato battuto martedì in sede di Commissioni per 30 voti a 29 su un emendamento all’articolo 3 del provvedimento riguardante i costi di trasmissione e i relativi controlli da parte dell’Authority dell’energia elettrica.

Dal testo uscito dalle Commissioni, dunque, arriva prima di tutto una moratoria sui debiti delle piccole e medie imprese, prevista da una riformulazione dell’emendamento al dl anticrisi dei relatori Chiara Moroni e Maurizio Fugatti secondo cui il Tesoro è autorizzato a stipulare entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto una apposita convenzione con l’Abi «per favorire l’adesione degli istituti di credito a pratiche finalizzate alla attenuazione degli oneri finanziari sulle piccole e medie imprese anche in relazione ai tempi di pagamento degli importi dovuti tenendo conto delle specifiche caratteristiche dei soggetti coinvolti».

Le Commissioni Bilancio e Finanze della Camera hanno anche modificato la parte della manovra estiva in merito alla regolarizzazione di badanti e colf, specificando che il tetto di reddito per la regolarizzazione vale solo per queste due categorie. La soglia di reddito è quella non inferiore a 20 mila euro annui in caso di famiglia con un solo soggetto percettore di reddito e di 25 mila se il nucleo familiare è composto da più soggetti conviventi percettori di reddito. Inoltre, per quanto riguarda le badanti, viene puntualizzato che la regolarizzazione può essere fatta anche da un componente della famiglia non convivente con la persona non autosufficiente per la quale si rende necessaria l’assistenza di questa figura.

Arriva inoltre un “mini-condono” per le multe fino al 2004, comprese quelle per le quali sia già stata emessa l’ingiunzione di pagamento, che potranno essere “sanate” senza il pagamento degli interessi ma con un tasso del 4 per cento a titolo di rimborso. L’emendamento ha lo scopo di «incrementare l’efficienza del sistema della riscossione dei Comuni e contenere i costi complessivi, nonchè favorire la riduzione del contenzioso pendente in materia».

Rimane inoltre l’emendamento grazie al quale gli ispettori del fisco e la Guardia di finanza potranno chiedere e ottenere dalla Banca d’Italia e dalle altre autorità ed enti, come Consob e Isvap, dati utili all’attività di accertamento e nella lotta all’evasione.

Critica l’opposizione. Ma se Pd e Idv sono unanimi nel condannare la manovra, soprattutto per lo scudo fiscale, che Dario Franceschini giudica «un favore a chi ha violato la legge», l’Idv prende le distanze dalla scelta del Pd di abbandonare i lavori delle Commissioni al momento del voto. «Noi abbiamo partecipato al voto e votato contro -ha dichiarato il vice capogruppo dell’Idv alla Camera, Antonio Borghesi – abbiamo ritenuto corretto restare dentro per manifestare comunque la nostra contrarietà di metodo e merito sul provvedimento».

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luiss_vcontursi