di Marco
Visto che sulla legge Gelmini, e in particolare sul passaggio al maestro unico, i commenti abbondano mentre i fatti scarseggiano, vorrei provare a fornire qualche cifra desunta dalla mia esperienza. Ho due figli alle elementari, che frequentano in base a quello che si chiama «modulo». Vanno a scuola dal lunedì al venerdì, con tre rientri pomeridiani (che nonostante il nome non significa che vanno a casa poi rientrano a scuola, ma che restano là a mangiare). Le lezioni non vengono erogate a ore, ma appunto a moduli di 50 minuti: cinque al mattino (4 ore e dieci minuti) e due al pomeriggio (questi però di un’ora, totale due ore); quindi l’offerta formativa si articola su 26,50 ore, diciamo 27 per comodità – incluso due ore di religione e tre di inglese. La riforma Gelmini propone di reintrodurre il maestro unico su 24 ore settimanali, nelle quali (se ho ben capito) non vanno conteggiate religione e inglese, che verranno insegnate a parte da altri maestri. Se questo è vero, non mi pare che la didattica possa risentirne. Anche il fatto che un insegnante sia specializzato in alcune materie e non in altre mi sembra secondario: stiamo parlando di elementari, e già adesso vedo che insegnanti che in una classe tengono lezioni di storia e geografia, l’anno successivo in un’altra classe insegnano matematica e scienze. Il problema lo vedo più dal lato delle famiglie. Se i bimbi escono da scuola alle 12,30, i genitori che lavorano fanno? E se la scuola si offre di tenerli al pomeriggio, sarà ancora gratuitamente o bisognerà pagare? E quanto? Su queste ultime domande sarebbe bello che qualcuno fornisse delle cifre.
