Il governo chiede la fiducia alla Camera sul decreto legge sicurezza, e Veltroni replica che non ci sono le condizioni per il dialogo. Il ricorso alla fiducia è stato annunciato all’assemblea di Montecitorio il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito. Il voto di fiducia riguarderà un maxi-emendamento «interamente sostitutivo» del disegno di legge di conversione del decreto sicurezza che «non apporta modifiche», salvo quelle agli articoli 2 bis e 2 ter. Modifiche, queste ultime, che hanno cambiato sostanzialmente la cosiddetta norma «blocca-processi»: rispetto a quanto era previsto nel testo originario, al posto della sospensione è prevista la semplice facoltà affidata ai magistrati di fissare criteri di rinvio dei processi per reati indultati o che comunque rientrano nell’indulto previsto dalla legge del 31 luglio 2006
EMENDAMENTI – Le motivazioni per chiedere la fiducia, ha spiegato il ministro, sono «note» e riguardano «l’alto numero di emendamenti» presentati e la necessità di riportare il provvedimento, che scade la prossima settimana, al Senato, dopo le modifiche apportate a Montecitorio.
VELTRONI: «DUBBI CHE SIA POSSIBILE IL DIALOGO» – «Vogliamo creare le condizioni per rispondere ai problemi del Paese? Delle condizioni per il dialogo? Con le prese di posizione di Berlusconi io ho dei dubbi che sia possibile» ha detto il segretario del Pd, Walter Veltroni, intervenendo al seminario sulle riforme istituzionali in corso al Residence Ripetta.
