«C’è in atto un comportamento da nuova P2, anzi, proprio P2 perché sono sempre quelli». Antonio Di Pietro, dal palco allestito in piazza Navona per il ‘No Cav Day’, lancia strali contro le iniziative del governo: «Se andate a vedere le proposte sono proprio quelle della P2, che voleva la giustizia asservita allo Stato. Quando c’è un’emergenza democratica si sta al fronte. Appena le condizioni ce lo permetteranno attiveremo un grappolo di referendum per cancellare queste leggi».
LODO ALFANO – Poco prima dell’inizio della manifestazione aveva pesantemente attaccato il lodo Alfano che – se approvato – sospenderà la procedibilità a carico delle massime cariche dello Stato: «Qualcuno mi sta processando? Mi faccio una legge che dice che quattro cittadini italiani una volta che diventano presidente della Repubblica, della Camera o del Senato, capo del governo, possono ammazzare la moglie, stuprare bambini, o addirittura corrompere un testimone in un processo e non possono essere processati». Secondo il leader Idv «i cittadini devono resistere e ribellarsi: tutti i regimi cominciano in maniera dolce. Questa è una dittatura dolce che non violenta né usa olio di ricino, ma procede con leggi ad personam». Di Pietro non risparmia una critica al Pd: «Noi rispettiamo chi non è qui ma chiediamo ugualmente rispetto da chi non c’è e non ha aderito nemmeno idealmente».
LO SCONTRO – Poche ore prima si era consumato l’ennesimo scontro a distanza tra lo stesso Di Pietro e Berlusconi. «Di antidemocratico c’è solo un premier che, andato al governo, impone in stile mafioso ai suoi picciotti in Parlamento cosa fare» aveva detto il leader dell’Iitalia dei Valori. E il Cavaliere, dal Giappone: «Le manifestazioni non sono utili a formare l’immagine di un Paese che per essere migliorata ha bisogno di fatti concreti». «Berlusconi sequestra il Parlamento a scopo di estorsione – rincara Di Pietro -. Lui dice: "se volete fare le leggi che servono al Paese, prima approvate la mia legge altrimenti non potete farle". Il riscatto a questo sequestro si chiama lodo Alfano che prevede che davanti alla legge tutti sono uguali, tranne Berlusconi». Replica finale di Cicchitto: «A tutto c’è un limite e Di Pietro lo ha largamente superato».
«SIAMO 30MILA» – Presenti diversi esponenti dell’opposizione: Rita Borsellino («Chi ci rappresenta deve fare un’opposizione forte, tenace, vera contro un governo che fa scelte pericolose mettendo in crisi la democrazia»), Andrea Camilleri, Ascanio Celestini, Marco Travaglio, Laura Belli, Moni Ovadia, Beppe Giulietti, Livia Ravera, Sabina Guzzanti. Presenti anche alcuni esponenti del Pd, nonostante il partito abbia preso le distanze dalla manifestazione: in piazza Furio Colombo, Arturo Parisi, Mario Pardi e Giovanni Bachelet. Beppe Grillo interverrà in videoconferenza. La manifestazione è stata aperta dall’intervento di un oratore ‘ignoto’ (Mattia Stella dell’Idv): «Non dico neanche il mio nome perché non serve, sono solo un cittadino che saluta le 30mila persone riunite qui» (15mila secondo la Questura, precisa Pancho Pardi). Stella ha poi letto un messaggio di ringraziamento e solidarietà al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, seguito da un applauso dei partecipanti. Paolo Flores d’Arcais aveva criticato il messaggio di Napolitano al Csm e il Pd ha attaccato la manifestazione, considerandola contro il capo dello Stato. Presente anche Oliviero Diliberto, segretario del Pdci: «Siamo qui a manifestare contro le nefandezze del governo Berlusconi». E Flores D’Arcais, direttore di MicroMega e uno degli organizzatori dell’iniziativa: «Combattere le due leggi vergogna di un governo che ha come modello la Russia di Putin. Mi dispiace invece per l’assenza dei vertici del Pd». Pino Pisicchio (Idv): «A me le manifestazioni di piazza piacciono poco, ma stavolta ci vado convinto e lo faccio perché mi ci ha costretto il Pdl che con questo lodo Alfano sta violando la Costituzione e le leggi di questa Repubblica». Paolo Ferrero (Prc): «Questa piazza chiede il rispetto della democrazia e della costituzione».
BANDIERE – Molte le bandiere di fronte all’ambasciata brasiliana, dove è stato allestito il palco. Ci sono i vessilli dell’Italia dei Valori, quelli della Sinistra (ormai extraparlamentare), di Sinistra Democratica e del Partito Comunista dei Lavoratori di Ferrando. Non manca qualche simbolo del Pd. Sul palco un lungo manifesto verticale con l’articolo 3: «Tutti i cittadini hanno pari dignità e sono eguali davanti alla legge». Sull’altro lato del palco un’altra scritta: «La legge è uguale per tutti». Alcuni manifestanti indossano cartelli con una citazione di Umberto Eco: «Quando la maggioranza sostiene di avere sempre ragione e la minoranza non osa reagire, allora è in pericolo la democrazia». Altri sostenitori dell’Idv invece indossano cartelli in cui si riportano i vari reati che verrebbero ‘sospesi’ in caso di approvazione dell’emendamento blocca-processi: «Stupro, sospeso», «Abuso d’ufficio, sospeso». Su molte magliette si legge «Fermiamo il caimano». Sui cartelli dei manifestanti finisce anche il ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna: «Presidente, che cuccagna la Carfagna». Un uomo porta sulle spalle una copia del giornale Il bolscevico, organo del partito marxista leninista, in cui è rappresentato Berlusconi affacciato al balcone di piazza Venezia e vestito come il duce, con scritto «Fermiamo l’uomo della provvidenza e della terza Repubblica». Alcune t-shirt riportano lo slogan «Tutte le dittature nascono in nome del popolo».
IL PD CONTRO GRILLO – Dal Pd, diviso sulla manifestazione, il senatore Giorgio Tonini, responsabile della formazione, boccia la presenza proprio del comico genovese – che ha già cavalcato l’onda del malcontento nei confronti del sistema politico e dell’informazione organizzando in settembre e aprile il "Vaffa Day" e il "Vaffa 2 Day" cui hanno partecipato migliaia di persone. «Grillo non si smentisce e, in anticipo sulla manifestazione di piazza Navona, annuncia già che tra i bersagli dei suoi vaffa ci sarà il presidente Napolitano». Contrario anche Goffredo Bettini, coordinatore politico del Pd, che sostiene che se la manifestazione «si dovesse trasformare in un’occasione di volgarità contro Napolitano, vero garante della correttezza e dell’equilibrio, il segno sarebbe superato». E anche Walter Veltroni ribadisce la sua distanza dall’iniziativa: «Un’opposizione che dice magnaccia, che solletica l’indignazione ma non fa politica, è un regalo a Berlusconi. Noi siamo diversi: e questa differenza si deve vedere», dice in un’intervista a La Stampa.
SOCIALISTI – Davanti al Quirinale un’altra manifestazione, quella dei socialisti. Senza bandiere e senza slogan. «Vogliamo esprimere solidarietà al presidente della Repubblica, garante concretissimo dell’unità italiana e della costituzione in questo periodo straordinariamente delicato» ha spiegato il segretario Riccardo Nencini. In contrapposizione con alcune delle scelte del governo («il lodo Alfano però l’avremmo votato»), ma anche contro la manifestazione dei girotondi a piazza Navona, dove «non mancheranno attacchi al capo dello Stato».
