Festa clandestina nella discoteca mascherata da ristorante, poi la mattina vanno a scuola (Foto Ansa)
Nell’acceso dibattito sulle discoteche chiuse interviene anche il vescovo della diocesi di Chioggia, Adriano Tessarollo, che in un post su Facebook condanna duramente i locali della notte.
Dopo la stretta del governo che ha fermato le danze in tutta Italia per prevenire un nuovo rischio contagi, è scattata la rivolta dei gestori che hanno annunciato il ricorso al Tar e contestualmente denunciano ingenti danni economici.
Per monsignor Tessarollo le discoteche non vanno riaperte né tantomeno aiutate. “Ecco il grande problema della perdita di posti di lavoro oggi – scrive – la chiusura delle discoteche. Ma che lavoro è questo! Cosa produce! Ubriacature, risse, morti mattutine di ragazzi ubriachi o assonnati, stupri e quant’altro”.
Il vescovo, che non è nuovo ad esternazioni di questo tipo, è categorico: “Sembra che la società attuale non possa vivere senza questa industria di sballo notturno… E adesso bisogna anche sostenerla con contributi pubblici derivanti da tasse sempre in aumento, o con i contributi che chiediamo all’Europa”.
Una presa di posizione forte, che ha scatenato ulteriori polemiche. In tanti gli fanno notare che l’industria del divertimento annovera anche imprenditori onesti che hanno a cuore i giovani e che danno lavoro a tantissime persone.
Altri lo insultano. Al punto che Tessarollo decide di cancellare il post.
Monsignor Tessarollo non è il solo a scagliarsi contro le discoteche. Come lui anche Motta non fa sconti ai dancefloor.
Su Twitter il cantautore toscano ha scritto: “Il mondo della musica si è praticamente fermato mesi fa e c’è ancora gente che giustifica l’operato delle discoteche, dei soldi in nero, dei dj set/ concerti (?) che ancora prima del Coronavirus hanno provocato stragi”.
La conclusione è perentoria: “Andatevene aff… e rispettate le regole come tutti”. (Fonti: Facebook, Twitter).