Governo battuto in Aula alla Camera su un ordine del giorno al decreto legge anticrisi relativo al rispetto del patto di stabilità per gli enti locali. L’ordine del giorno presentato dal Pd, a firma, tra gli altri, di Paola De Micheli e Pier Paolo Baretta «impegna il governo a valutare la possibilità di escludere dai saldi utili del patto di stabilità interno degli enti locali i pagamenti a residui concernenti spese per investimenti effettuati nei limiti delle disponibilità di cassa a fronte di impegni regolarmente assunti ai sensi dell’articolo 183 del testo unico degli enti locali».
L’odg, che impegna il governo a prevedere la deroga al patto di stabilità prevista per Roma anche per gli altri enti locali, è passato grazie all’astensione della Lega. I padani, dunque, hanno voluto mostrare il proprio disaccordo, ma voteranno sì al decreto anticrisi. «Voteremo sì perchè la Lega sostiene il governo e in questo provvedimento ci sono cose importanti» ha spiegato il portavoce del Carroccio Cota, che ha smussato gli attrici nella maggioranza: «È una normale dialettica, è giusto che ci sia», ma «non possiamo far cadere il governo perchè sta facendo un’azione positiva come la riforma sul federalismo fiscale».
Alemanno, unico sindaco che, in prima battuta, avrebbe beneficiato del provvedimento, spiega che «il Patto di stabilità per Roma non ha nessuna similitudine con altri comuni italiani. E questo perchè una volta scorporato il debito pregresso previsto dal patto di rientro, è come se Roma fosse un nuovo comune».
In mattinata Maroni aveva spiegato la protesta del Carroccio: «Al Comune di Roma è stato consentito di non rispettare il patto di stabilità , un vincolo di bilancio che costringe i comuni a tagliare molte spese o a non fare investimenti. Giustamente, io dico, i sindaci di molti comuni protestano, perchè il Comune di Roma sì e noi no?»
