Il decreto legge “anticrisi” è passato ieri, 28 luglio, alla camera con 285 voti a favore e 250 contrari. Il testo, sul quale era stata posta la fiducia, è da oggi in esame al senato.
Come aveva anticipato ai cronisti Silvio Berlusconi, Palazzo Madama provvederà a modificare i punti più controversi del testo presentato. La volontà di far passare un decreto correttivo sarebbe nata, secondo il quotidiano “Repubblica”, dopo un colloquio serale al Quirinale tra il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il ministro dell’Economia Giulio Tremonti.
Tra la prima e la seconda lettura del decreto, Napolitano avrebbe indicato alla maggioranza la necessità di risolvere alcuni nodi, lasciando intendere che, senza le dovute modifiche, gli sarebbe stato impossibile firmare l’approvazione della legge. I punti irricevibili sono quelli relativi alla riforma della Corte dei Conti (il cosiddetto Lodo Bernardo), alla regolarizzazione di colf e badanti, i “poteri” sull’energia per la Prestigiacomo, la tassa sulle plusvalenze sull’oro di Bankitalia.
Si tratterebbe allora di una nuova applicazione di quella “moral suasion” su cui il Presidente della Repubblica ha costruito la sua attività di garante della Costituzione e che, negli ultimi tempi, è stata esercitata con particolare frequenza e fermezza, tanto da destare più d’un malumore nelle file della maggioranza. Nell’ultimo mese sono stati ben tre i provvedimenti del governo che Napolitano ha rispedito al mittente (intercettazioni e dl anticrisi) o accolta con critiche severe (sicurezza).
Alla fine, a malavoglia, Berlusoni e Tremonti sono stati costretti a piegare la testa. Non è certo il momento, ora che la maggioranza è divisa al suo interno, di imbarcarsi in un conflitto aperto con il capo del Quirinale (che gode anche di una diffusa stima popolare). E al ministro dell’economia non resta che dire “Ubbidisco” e dare il via libera alla goffa manovra di un decreto correttivo per correggere il decreto.