La Camera ha votato la fiducia al governo Berlusconi approvando con 326 voti a favore il maxi-emendamento al decreto legge in materia fiscale. I voti contrari sono stati 260. Tre deputati (Karl Zeller e Siegfried Brugger delle minoranze linguistiche e l’eletto all’estero Riccardo Merlo) si sono astenuti. L’esame del decreto legge proseguirà domani mattina con gli ordini del giorno al decreto, che sono circa 150.
L’Mpa vota sì. La prima fiducia del Berlusconi IV è stata votata anche dall’Mpa di Raffaele Lombardo, che ieri aveva minacciato il loro voto contrario o l’astensione, lamentando una decurtazione dei fondi per le infrastrutture nel Sud. Fronda rientrata dopo che il governo ha assicurato il recepimento di un ordine del giorno che garantirà l’erogazione di quelle risorse economiche per le regioni meridionali. L’opposizione ha contestato la scelta di blindare il provvedimento: chiudendo la porta a ogni forma di confronto «perché se si fossero votati gli emendamenti si sarebbero persi per strada pezzi di maggioranza», ha detto Marina Sereni del Pd. E contro «questa volta con dispiacere» ha votato anche l’Udc, con Michele Vietti che accusa l’esecutivo di «non avere il respiro lungo». Nella maggioranza, Roberto Cota (Lega) approva la scelta di porre la fiducia sul decreto fiscale «per tempi certi e celeri su un provvedimento da cui la gente, con il taglio dell’Ici, la rinegoziazione dei mutui e la detassazione degli straordinari ottiene solo vantaggi». E Fabrizio Cicchitto (Pdl) ricorda come il testo «garantisce la coesione sociale, dando alle famiglie il doppio di quello che ha dato il governo Prodi, il che non è poco se si considera al difficile situazione economica internazionale».
Napolitano: troppi decreti. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha emanato oggi il decreto legge che insieme ad altri provvedimenti costituisce l’anticipazione della manovra finanziaria approvato dal Consiglio dei Ministri il 18 giugno scorso, ma ha anche lanciato un avvertimento al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, sull’eccessivo ricorso ai decreti legge. Napolitano ha scritto infatti una lettera ai presidenti delle Camere e al premier in cui «evidenzia il rischio di un serio ingorgo nell’attività del Parlamento». Il capo dello Stato ha quindi messo in evidenza «l’esigenza che i lavori parlamentari delle prossime settimane siano intensificati e programmati in modo da garantire tempi sufficienti per un esame approfondito» del decreto legge in questione in modo da «conciliare al meglio le esigenze dell’azione di governo con la tutela delle prerogative del Parlamento in questa fase eccezionalmente densa e impegnativa dei
lavori parlamentari».
