Il Tribunale di Roma ha motivato in quasi 60 pagine l’annullamento dell’arresto di Alexandru Isztoika Loyos e Karol Racz .
Questa la conclusione:
L’irrisolvibile, “rebus sic stantibus”, scollamento fra realtà effettuale e realtà probatoria genera un rapsodico campo di conoscenza che apre a erratici sentieri di verità, e denota la non resistibilità del tema accusatorio in ordine alla attribuibilità del fenomeno criminoso “de quo” a Isztoika Loyos Alexandru ed a Racz Karol, per i profili oggettivo e soggettivo su dettagliati.
Lo scenario condotto a emersione è, affatto, inadeguato a coprire l’intera area della prova preliminare di colpevolezza (articolo 273 comma 1 del cod. proc. pen.) e dunque, a sostenere il giudizio pronostico di condanna di Isztoika Loyos Alexandru e Racz Karol.
Il pubblico ministero ha rassegnato, nella discussione camerale, una subordinata alterità esplicativa degli eventi indagati: configurare la partecipazione concorsuale, di matrice morale, di Isztoika Loyos Alexandru e Racz Karol con altri soggetti rimasti ancora ignoti nella commissione della rapina in danno di (…) e di (…), e della violenza sessuale in pregiudizio della (…).
La prospettazione alternativa non è approvabile in questa sede incidentale “de libertate”.
Il pubblico ministero introduce un fenomeno storico diverso rispetto al fenomeno delittuoso descritto nella provvisoria rubrica incolpativa contestata, cautelarmente, a Isztoika Loyos Alexandru e Racz Karol, e su cui il tribunale, a seguito delle impugnazioni presentate dai citati, deve pronunciarsi: la pubblica accusa domanda al tribunale, giudice dell’incidente e non del procedimento, di operare il mutamento del fatto.
Il tribunale non può alterare il fatto storicizzato nell’ordinanza cautelare presa in esame.
Il percorso ragionativo è giunto al termine: non può che prodursi la neutralizzazione indiziaria, allo stato, del teorema incolpativo prospettato dall’accusa e l’esito di annullamento dell’avversato titolo custodiale.
