Pronta e spiritosa la replica del ministro Carfagna, che ieri ha parato il colpo, per niente inatteso: «Iniziativa simpatica, ma scontata — ha detto —. Quello è il mio passato e mi farebbe piacere se tale mancanza di sobrietà non fosse il loro presente e, forse e purtroppo, il loro futuro. Se anche loro lasciassero alle spalle le esibizioni sarebbe molto più facile dialogare». «Alla parata Roma sarà invasa da 20 carri allegorici delle associazioni glbt (gay, lesbiche, bisessuali, transgender)», recitava il comunicato del Mieli di ieri. E fin qui tutto nella norma. Poi, la novità-Carfagna, giunta dopo le polemiche per la mancata concessione di piazza San Giovanni alla chiusura del corteo, decisa in extremis per la
concomitanza di un coro dentro la Basilica (ieri sul tema un attivista gay ha scritto al presidente della Repubblica giudicando il ritiro «un fatto grave, che mette a rischio la tenuta democratica del Paese»). «Ad aprire la parata — proseguiva la nota del Mieli — sarà il pullman a due piani fucsia del comitato Roma Pride, con a bordo la madrina Rita Rusic e altre personalità del mondo gay, tra cui Franco Grillini e Vladimir Luxuria. Seguirà il carro del Circolo Mieli-Muccassassina, che si intitolerà Sobrietà, autopatrocinato dal calendario di Mara Carfagna».
L’«autopatrocinio » è, va da sé, un’iperbole sarcastica (e un pool composto dai più celebri travestiti della capitale, trapela, è al lavoro «per la migliore interpretazione della «Mara desnuda »). «Il Mieli ha fatto suo l’invito della Carfagna alla sobrietà — è stato spiegato — e ligio alle richieste del ministro ha deciso di seguirne le orme. Saranno presenti sul carro, in omaggio a ogni mese del famoso calendario, drag queens e gogo boys, elegantemente svestiti con gli stessi indumenti che la Carfagna indossava non molto tempo fa. Il carro rappresenterà una prigione dove gay, lesbiche e trans sono imprigionati e tenuti lontani dai diritti. Guardiane di questa prigione saranno le emule della Carfagna».