Il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, promuove la decisione del Governo di confermare l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 20011, «nonostante la difficile situazione congiunturale. È un segnale di continuità negli impegni del nostro Paese nei confronti dei partner europei», ha sottolineato nel corso dell’audizione alla Camera sul Dpef. Secondo Draghi, «il raggiungimento del pareggio, affidato all’aumento dell’avanzo primario, garantirà una rapida riduzione del rapporto tra debito e prodotto, un obiettivo essenziale alla luce delle sfavorevoli prospettive demografiche per i prossimi decenni».
La ricetta del governatore per la crescita
«La politica economica deve ora abbattere il debito e contribuire alla ripresa della crescita, con servizi pubblici migliori e una riduzione del carico fiscale». «Il rallentamento dell’economia – ha sottolineato – aggrava i problemi strutturali della produttività stagnante, del debito pubblico, del ritardo del Mezzogiorno».
«La riduzione delle aliquote d’imposta gravanti su lavoratori e imprese rafforzerebbe gli interventi volti a dare sostegno alla crescita. Questo intervento diminuirebbe le distorsioni dell’attività economica e migliorerebbe la posizione competitiva delle nostre imprese». Draghi chiede anche, «qualora si delineasse un andamento congiunturale più favorevole di quello atteso» di «restituire il drenaggio fiscale per sostenere il reddito disponibile delle famiglie».
I dubbi sulla Robin Tax
E sulla Robin Tax avverte: «L’inasprimento del prelievo a carico delle banche potrebbe riflettersi sulle condizioni offerte ai depositanti e ai prenditori di credito e in minori risorse per gli intermediari da accantonare a patrimonio».
La Corte dei Conti boccia il fondo di sostegno alle fasce deboli
Gli obiettivi sociali della Robin Tax rischiano di essere «molto limitati», vista la scarsità delle risorse a disposizione. Lo ha affermato il presidente della Corte dei conti, Tullio Lazzaro, in un’audizione alla Camera. «Le risorse che alimentano il Fondo per i meno abbienti – ha sottolineato Lazzaro – ammonteranno inizialmente a meno di 300 milioni. A meno di non ipotizzare nuovi e significativi afflussi dalle altre fonti individuate dalla norma (contenuta nella manovra economica, ndr), è concreto il rischio che la finalizzazione sociale della Robin tax possa risultare molto limitata». «Anche per tale motivo – ha aggiunto il presidente della Corte dei conti – si pone l’esigenza di evitare che i potenziali benefici dell’iniziativa non siano compromessi da costi di gestione (ideazione, creazione, distribuzione e monitoraggio della ’carta acquistì) elevati».
