Quando le squadre anti-droga statunitensi sentirono la prima volta che i cartelli sudamericani usavano sottomarini per trasportare i loro carichi negli Usa pensarono che si trattasse di uno scherzo. Ma non lo era. Ora ammettono che un terzo della cocaina spacciata negli Usa arriva a destinazione dalla Colombia a bordo di sottomarini, a quanto scrive il Washington Post.
Fino a due anni fa erano pochi, ma ora sono diventati una flotta e trasportano oltre un terzo della cocaina che arriva negli Stati Uniti per conto dei cartelli messicani: centinaia di tonnellate di droga l’anno. Li costruiscono in fibra di vetro nelle giungle colombiane, con normali motori diesel, ed ora quelli che hanno bisogno di un equipaggio stanno per essere sostituiti da modelli radiocomandati.
”Questo significa che a bordo c’è solo cocaina, o qualsiasi altro tipo di droga, e trovarli è come cercare un pezzo di legno nell’oceano”, dice Michael Braun, ex-capo delle operazioni della U.S. Drug Enforcement Agency (DEA). I sottomarini sono dotati di sofisticate attrezzature e molti sfuggono perfino alle ricerche degli ultra-moderni sub della marina Usa.
Dice Joseph Ruddy, dell’ufficio della procura distrettuale di Tampa, Florida: ”Siamo davanti ad una nuova generazione di trasporto della droga”. Funzionari della Dea ritengono che altri 70 nuovi sottomarini entreranno in azione quest’anno, con un carico potenziale di 380 tonnellate di cocaina, che rivendute nelle stade americane fruttano ai cartelli miliardi di dollari.
Secondo le autorità anti-droga statunitensi e colombiane, dal 2006 115 sottomarini hanno compiutto il tragitto dalla Colombia o dal Messico fino alle coste Usa. Dal 2007 ne hanno catturati 22.
