Mentre sono in corso le operazioni di voto in tutta Europa, gli analisti nei vari paesi diffondono le ultime previsioni.
Secondo una nota dell’agenzia cdi Stampa Agi, la crisi pesa sul voto europeo e in Paesi come Gran Bretagna, Irlanda e Grecia i governi si preparano a subire sonore sconfitte.
La nota dell’Agi, dovendo riassumere in poche righe la situazione nei vari paesi del continente, trascura altri elementi decisivi per il voto, come la guerra in Iraq (per il governo inglese). E non menziona l’Italia, dove, stando ai sondaggi, nulla pesa sul voto se non la bravura mediatica del primo ministro Silvio Berlusconi e l’incapacità complessiva di critica politica da parte dell’opposizione, oscillante tra la bassa demagogia populista di Antonio Di Pietro e la speranza che le tendenze sessuali di Berlusconi spingano gli italiani a votargli contro.
Altrove, come in Germania, Francia e Spagna, gli esecutivi devono fare i conti con un ridimensionamento dei consensi quando addirittura non con un crollo. Stando all’Eurobarometro, a preoccupare di più i cittadini dell’Unione sono l’instabilità della situazione economica e l’aumento dei prezzi che generano un complessivo pessimismo sulle prospettive dell’area.
Chi paghera’ il prezzo più caro, secondo i sondaggi, sarà il premier britannico, il cui governo è stato rimpastato dopo lo scandalo dei rimborsi spesa che ha colpito piu’ di tutti i laburisti, scivolati al terzo posto dopo i conservatori. e i l’Independence Party, una formazione antieueropea che non ha parlamentari nella camera bassa, ma veleggia verso il 19 per cento dei consensi nel voto di queste ore.
Il partito conservatore guidato da David Cameron ha perso terreno, ma mantiene un solido 30 per cento di consensi.
Nelle elezioni amministrative, che si sono svolte contemporaneamente alle europee, Brown ha già avuto un’anticipo del destino che lo aspetta e ha conosciuto una sono batosta.
Per il premier irlandese Brian Cowen si prospetta invece una triplice sconfitta: alle elezioni locali, alle europee e alle politiche. La sua colpa è di non aver saputo gestire la crisi fiscale e finanziaria che, associata alla recessione, ha portato a una brusca contrazione del Pil e all’aumento del deficit pubblico.
In Francia il sostegno al partito di governo di Nicolas Sarkozy rimane stabile al 26 per cento, mentre i socialisti guidati da Martine Aubry hanno guadagnato un punto per attestarsi al 20 per cento. Si sono ridimensionate le aspettative del partito di opposizione MoDem, che non supera il 13 per cento, e del Fronte di sinistra che, pur raccogliendo tre formazioni, non va oltre il 7 per cento. I Verdi sono all’11 per cento. Tuttavia l’insieme dell’elettorato di sinistra potrebbe ottenere il 46,5 per cento dei voti contro il 37 per cento del blocco di destra che include l’Ump di Sarkozy. In una situazione simile l’ago della bilancia saranno gli indecisi, ancora il 20 per cento dell’elettorato.Â
 In Spagna, come in buona parte d’Europa, ci si aspetta che le elezioni siano dominate da un forte astensionismo, compreso tra il 60 e il 63 per cento. I sondaggi prospettano un serrato testa a testa tra il Psoe di Luis Zapatero con il 42,8 per cento e il Partito Popolare di Rajoy al 42,2.
In Germania, secondo il sondaggio del Politbarometer della Zdf, solo il 34 per cento dichiara con certezza che si recherà alle urne, mentre il 66 per cento spiega che non voterà o è ancora indeciso se farlo. Meno di un terzo degli elettori tedeschi (30 per cento) afferma di essere interessato al voto europeo, mentre al 69 per cento non interessa affatto. Il 41 per cento dei tedeschi si dice informato sull’Ue, mentre il 54 per cento dichiara di avere informazioni insufficienti.
In fatto di preferenze ai partiti, la Cdu/Csu, cioè la dc, otterrebbe il 39 per cento, il 25 per cento andrebbe alla Spd, il 10 per cento ai Verdi ed ai liberali della Fdp, l’8 per cento alla Linke di Oskar Lafontaine. La Csu bavarese con il 6,1 per cento a livello nazionale dovrebbe scavalcare agevolmente la soglia di sbarramento del 5 per cento.
In Grecia è attesa l’affermazione del Pasok che con il sostegno del 31,7 per centro dell’elettorato dovrebbe superare di 4,5 punti percentuali Nuova Democrazia al governo.
In Scandinavia gli ultranazionalisti antieuropei del partito ‘Veri finnici’ si avviano a un buon risultato, mentre ‘Coalizione Nazionale’ del ministro delle Finanze Jyrki Katainen dovrebbe mantenere un solido vantaggio sui socialdemocratici e sui centristi del premier Matti Vanhanen. In Svezia si va verso un’inedita affermazione del ‘Partito dei pirati’, formazione nata nel 2006 per sostenere il diritto di scaricare illecitamente dal web materiale protetto da copyright, che dovrebbe addirittura ottenere un seggio al Parlamento europeo, mentre il partito conservatore del premier Fredrik Reinfeldt perde terreno cosi’ come i socialdemocratici.
Gli unici dati noti e certi  finora sono quelli olandesi, con la sconfitta sia dei laburisti sia dei cristiano democratici e l’avanzata dell’estrema destra da un lato e dei verdi dall’altro. In Italia i sondaggi assegnano al Partito delle liberta’ una forbice tra il 38 e il 42 per cento, mentre al Pd tra il 24 e il 28, alla lista Di Pietro l’8 per cento e cosi’ alla Lega.