I veri vincitori di queste elezioni sono la Lega nord, che ha superato il 10,5%, l’Idv di Antonio Di Pietro, che quasi raddoppia con l’8% e l’Udc di Pierferdinando Casini, contro la quale si era puntata parte della campagna elettorale di Berlusconi, ha confermato le proprie posizioni a quasi il 6,5%.
Il frazionismo litigioso dei partitini di sinistra, che certamente ha indebolito lo schieramento complessivo della sinistra, non ha pagato. Così viene confermata l’esclusione di Prc-Pdc (3,3%), Sinistra e Libertà, Lista Pannella-Bonino e Mpa-La destra.
Una nota dell’agenzia di stampa Ansa rileva che tra le novità di questa tornata elettorale c’è l’affermazione del Pdl come primo partito in regioni storicamente di sinistra come le Marche e l’Umbria. Per un punto percentuale non riesce intanto il sorpasso della Lega sul Pdl in Veneto. Singolare infine la situazione di Cosenza: dalla città calabrese non risulta, sul sito web del Viminale, alcuna sezione ancora scrutinata a quasi dieci ore dalla chiusura dei seggi.
Come detto, per meno di un punto non è riuscito alla Lega il sorpasso sul Pdl in Veneto: si è fermata al 28,4% mentre il Pdl ha raggiunto il 29,3.
Alla luce del risultato, e stando a quanto ribadito nei giorni scorsi dallo stesso presidente del Consiglio, dovrebbe essere quindi di nuovo il Pdl, l’anno prossimo, ad esprimere il candidato alla presidenza della Regione.
La Lega comunque ha vinto nella maggioranza delle province: Belluno (26,98% contro 26,89%), a Treviso (34,3% contro 27%), a Vicenza (33,2 contro 29) e a Verona (33,8% contro 28,7%).
Il Pdl ha vinto alla grande a Padova (31,7% contro 23,7%), a Rovigo (32,2% contro 18,8%) e a Venezia (29,7% contro 20,3%). In queste ultime due province la Lega è superata anche dal Pd, che a livello regionale si attesta sul 20,9%.