Tra le nuove formazioni che siederanno al parlamento europeo c’è il Partito Pirata svedese, che guadagna un seggio sui 18 totali che la Svezia elegge.
Il partito ha raccolto il 7,1%, un risultato definito«fantastico» dal capolista Christian Engstrom. Lo scorso aprile, tre fondatori del sito di scambio di file «The Pirate Bay» sono finiti in carcere: il sito web e il partito hanno in comune soltanto il nome, ma per gli elettori l’avvenimento ha inciso nella scelta di voto.
Il Partito Pirata è stato fondato nel 2006: chiede la riforma del diritto d’autore, l’abolizione del sistema dei brevetti e anche la diminuzione dei controlli sul web. Alle elezioni politiche di gennaio, aveva ottenuto soltanto lo 0,6%.
Il leader del partito Rick Falkvinge è convinto che la nuova legislazione svedese che autorizza i titolari dei diritti d’autore a tracciare gli indirizzi IP dei presunti responsabili del download illegale già in vigore nella vicina Danimarca, spieghi l’improvvisa popolarità del suo partito.
La Svezia non è l’unico paese in cui i pirati hanno creato delle formazioni politiche. Ci sono partiti pirata già costituiti o in fase di costruzione in altri paesi, come il Partido Pirata Español in Spagna, il Piratenpartei Deutschland tedesco o quello polacco, che si chiama Polska Partia Piratow. Ed anche l’Italia ha la sua formazione, che si chiama Partito Pirata Italiano e pubblica un mensile.