Un risultato inaspettato, tanto più se si pensa ai 7 punti di margine con cui Obama guidava nei sondaggi nel mese di luglio: il democratico sta pagando caro l’attacco frontale di McCain, che nell’ultimo mese ha investito in una campagna mirata a mettere in dubbio, ancora una volta, esperienza e reali capacità del suo avversario.
Mentre il senatore dell’Illinois era in vacanza alle Hawaii, John McCain ha avuto la possibilità di tornare su delicati temi di politica estera, durante la crisi esplosa fra Russia e Georgia, ma ha costruito il suo vantaggio soprattutto sul fronte dell’economia, fattore che per oltre la metà degli americani sarà decisivo nella scelta del proprio candidato a novembre. McCain ha sempre ammesso la propria scarsa esperienza nel campo, ma alla domanda “Chi gestirà meglio l’economia?”, il 49% dei 1089 intervistati ha risposto McCain, contro il 40% che ha indicato invece Obama, che pure ha sempre indicato questo tema come proprio cavallo di battaglia. Il repubblicano ha puntato tutto su una politica di ripresa delle trivellazioni petrolifere, per combattere il caro-petrolio che ha portato il costo del carburante oltre i 4 dollari al gallone: un costo insostenibile per le famiglie americane. Obama si è prima detto contrario a questo genere di operazioni, salvo poi dirsi favorevole ad un’espansione limitata delle trivellazioni, ma solo all’interno di un programma più ampio di sviluppo energetico: l’ennesimo cambiamento di fronte, che rischia di alienare al senatore le simpatie dei democratici. “La sottilissima differenza fra il saper cogliere e sfruttare le sfumature di una situazione e l’essere incoerente lo sta mettendo in una posizione di scontro con i liberali”, sottolinea il sondaggista John Zogby.
Obama perde punti in particolare in una delle fasce dell’elettorato che più lo hanno sostenuto durante le primarie: fra i giovani tra i 18 e i 29 anni la sua popolarità è calata di 12 punti, fermandosi al 52%. Ma sono i democratici in generale a tradire il senatore: il loro supporto è calato di 9 punti percentuali, mentre fra i liberali il calo è stato di 12 punti. Per Zogby non ci sono dubbi: “Se Obama vuole vincere, non può certo farlo con questi numeri”.