Insieme sul palco di Unity, davanti a migliaia di persone, in nome dell’armonia ritrovata del partito democratico dopo la lacerante battaglia delle primarie. Barack Obama e Hillary Clinton hanno fuso le loro campagne e sincronizzato il messaggio con un unico obiettivo: eleggere Obama prossimo presidente degli Stati Uniti.
"Abbiamo davvero bisogno di lei, abbiamo bisogno di Bill Clinton, non solo la mia campagna ma il nostro Paese, per far rivivere il sogno americano in ogni angolo di America", ha detto Obama, che ieri aveva staccato un assegno da 2.300 dollari per aiutare l’ex rivale a pagare i debiti e l’ha cavallerescamente ospitata sull’aereo della sua campagna a beneficio delle telecamere e dei giornalisti.
In una giornata torrida (almeno due spettatori sono svenuti) il primo comizio congiunto dele due star del partito democratico nel bucolico villaggio del New Hampshire era stato attentamente coreografato fin nei minimi dettagli: la cravatta azzurra di lui in tinta con l’abito pantaloni color pervinca di lei. "La strada che parte da Unity porta ai gradini del Campidoglio, quando Barack Obama giurerà da presidente", ha proclamato l’ex First Lady scherzando sul "dialogo vivace" degli ultimi mesi di "testa a testa" ma soprattutto lanciando un appello ai suoi sostenitori che minacciano di disertare le urne a novembre o peggio, di votare per il candidato repubblicano John McCain: "Non lo fate".
1.715 abitanti, Unity è un simbolo, e non solo nel nome: alle primarie del 12 gennaio, vinte da Hillary dopo la batosta dell’Iowa, 107 elettori avevano votato per lei, 107 per lui. E’ un simbolo della volontà del partito di ritrovare l’unità dopo la lacerante contesa dei mesi scorsi ma anche dell’anima divisa di un partito che non può correre il rischio di non ritrovare coesione.
Sono usciti nuovi dati sugli umori elettorali del’America: secondo un sondaggio di Time, se si votasse oggi, il senatore dell’Illinois batterebbe McCain 43 a 38 (margine di errore 3,5 per cento). Obama è dunque in vantaggio, ma non è affatto imprendibile. E a questo scopo negli ultimi giorni il senatore catalogato qualche mese fa come uno dei più liberal a Capitol Hill, ha fatto una brusca sterzata a destra avvicinandosi a quello che Bill Clinton amava definire "il centro vitale" della politica americana.
Obama ieri ha abbracciato la decisione della Corte Suprema sul diritto di privati a portare pistole. Altrettanto misurate erano state le prese di posizione dell’ultima settimana sulla pena di morte per i violentatori di minori, il finanziamento della campagna elettorale, le intercettazioni senza mandato: "E’ un segnale di pragmatismo", ha commentato lo storico dei presidenti Robert Dallek al New York Times.
Dietro le quinte continuano intanto le trattative per garantire alla Clinton un ruolo nella campagna e poi in una futura amministrazione democratica se Obama sarà eletto. Hillary farà aggressivamente campagna anche se lui non la sceglierà come vice, ha assicurato alla Cnn Terry McAuliffe, il presidente della campagna della senatrice. E’ ancora in dubbio quale presenza avrà Bill Clinton nella campagna di Obama, ma McAuliffe ha detto che l’ex presidente è pronto a contribuire "24 ore su 24, sette giorni alla settimana su sette" alla causa della vittoria democratica a novembre.
