ELUANA, ALFANO: ”PARLAMENTO DEVE INTERVENIRE PER COLMARE VUOTO NORMATIVO”

Il giorno dopo la sentenza della Cassazione, la vicenda di Eluana Englaro continua a far discutere. Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, chiede al Parlamento di intervenire per colmare la «lacuna normativa». «L’Aula è chiamata a riempire questo vuoto. Seguo con grande attenzione il movimento parlamentare attorno a quella legge che potrebbe colmare il vuoto in atto».

Contro l’ atteso pronunciamento è insorta la maggioranza di governo con toni molto forti – fino a parlare di «omicidio di Stato» – tanto che nel giro di qualche ora lo stesso Consiglio Superiore della Magistratura si è mosso per tutelare, per la prima volta, le Sezioni Unite Civili dagli attacchi. Anche l’Anm scende in campo: «Basta insulti – dice il presidente Luca Palamara -. La corte di Cassazione è una istituzione fondamentale del sistema giudiziario italiano cui spetta l’alto compito di garantire l’uniforme applicazione della legge». Ma il padre di Eluana e gli avvocati, tirano un sospiro di sollievo: «La decisione conferma il principio per cui nessuno, neppure il medico, può impossessarsi della vita di un altro. E questo è di vitale importanza per la tutela dei diritti fondamentali dell’uomo. E la soluzione logica, ineccepibile, perfetta. Non poteva andare diversamente».

Interviene anche il Pd. «I politici che oggi si scagliano contro la sentenza della Cassazione» sul caso Englaro «sono corresponsabili di questo esito», afferma la Finocchiaro puntando il dito contro chi «non ha voluto, già dalla scorsa legislatura, approvare una legge sul testamento biologico». «Trovo sinceramente fuori luogo le violente reazioni che sono venute specialmente dal centrodestra – aggiunge -. I toni da crociata, termini come assassinio o eutanasia non aiutano a comprendere la vicenda nella sua difficoltà e nella sua realtà. La sentenza di ieri – sottolinea Finocchiaro – è una sconfitta della politica. La Cassazione si è dovuta sostituire al legislatore dal momento che vi era una precisa richiesta della famiglia di Eluana e non c’è una legge che regola la materia. L’unico riferimento per la Corte è stata la Costituzione».

L’ultimo capitolo della vicenda giudiziaria, com’era prevedibile, chiude il calvario di Eluana ma riapre lo scontro sul confine tra la vita e la morte, l’ intervento della scienza, la capacità delle leggi di indicare la strada in terreni così delicati. «La Cassazione ha sancito una eutanasia di fatto e di diritto. Si manda a morte una ragazza» rincara mons. Fisichella, esprimendo rispetto profondo per il dolore dei familiari della donna. Il sottosegretario Alfredo Mantovano, sulla stessa scia, osserva che «Una parte della magistratura rifiuta la tutela della vita umana; privilegia forme più o meno velate di eutanasia e di omicidio del consenziente; impone questa sua opzione al Paese violando le leggi in vigore». Di eutanasia parla anche il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga, duro con i magistrati che colmano le lacune dell’ ordinamento «adeguandolo ai mutamenti della coscienza sociale».

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