Il viaggio della morte è cominciato di notte". Inizia così una nota della Sir, Servizio di informazione religiosa, l'agenzia di stampa della Conferenza episcopale italiana, sugli ultimi sviluppi della vicenda di Eluana Englaro. L'agenzia dei vescovi ricostruisce brevemente quanto accaduto la scorsa notte, ricorda che "tra qualche giorno le verrà tolta l'alimentazione e l'idratazione" e sottolinea: "Tutto questo con l'avallo di una sentenza". Un "momento triste", si legge, "per tutti coloro che, credenti o non, hanno a cuore la tutela della persona. Se nessuno può togliere la vita ad un altro, togliere la vita ad una persona totalmente indifesa è una barbarie".
Di "reato abominevole" aveva già parlato, appena si era diffusa la notizia del trasferimento di Eluana nella clinica di Udine, anche il cardinale Barragan, presidente del Pontificio consiglio per gli operatori sanitari, di fatto il "ministro della Salute" della Santa Sede. Il testo diffuso dalla Sir sottolinea quanto detto domenica primo febbraio, all'Angelus, da Papa Ratzinger, che aveva ribadito il proprio giudizio sull'eutanasia, "una falsa soluzione al dramma della sofferenza, una soluzione non degna dell'uomo".
"La fragilità e la debolezza – scrive la Sir – sono un appello alla solidarietà, anche attraverso quei mezzi che oggi si hanno a disposizione. La vera risposta non può essere dare la morte, per quanto 'dolce', ma testimoniare l'amore che aiuta ad affrontare il dolore e l'agonia in modo umano".
Critiche nei riguardi di quegli organi di informazione che "hanno sostenuto la tesi che il principio fondamentale sia l'autonomia di scelta della persona, fino al punto di decidere se far vivere o meno.
La Chiesa, invece – si legge nella nota – ha trasmesso la convinzione che nessuno può essere abbandonato nella debolezza e nella sofferenza. La vita, cioè, è un bene sociale e, in una città solidale, tutti sono chiamati a fare la propria parte. L'autonomia assoluta condanna alla solitudine, la relazione conduce alla solidarietà".
"In questa direzione andava la richiesta tante volte avanzata da chi quotidianamente assisteva Eluana, di affidarla proprio a loro: suore, medici, volontari, amici – conclude l'agenzia dei vescovi italiani – avevano domandato una sorta di adozione. E questo è un meraviglioso gesto di amore. Segno che in Italia il popolo della vita esiste".
