ELUANA: LA CLINICA QUIETE DI UDINE PRONTA AD ACCOGLIERLA, SCONTRO TRA BRESSO E CARD. POLETTO

La clinica Quiete di Udine è pronta ad accogliere Eluana Englaro. Lo ha detto oggi la presidente della struttura Ines Domenicali: «Il sindaco di Udine – ha spiegato – è stato contattato nei giorni scorsi dalla famiglia Englaro che a sua volta ci ha interpellato per conoscere la nostra disponibilità al ricovero. Al momento stiamo verificando questa ipotesi». 

Sacconi: «Idratazione e alimentazione sono un dovere». Intanto è sceso in campo il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, per ribadire che idratazione e alimentazione sono «un dovere per il servizio sanitario nazionale». Un intervento, spiega Sacconi, necessario per fare chiarezza  sulle «molte inesattezze formali e sostanziali, accompagnate talora da una campagna ideologica che di un caso specifico vuol fare una regola generale».

La famiglia Englaro conferma i contatti avuti con il primo cittadino, Furio Honsell, «ma per ora non è arrivata alcuna risposta concreta», ha precisato Franca Alessio, curatrice speciale di Eluana. Intanto, ha detto l'avvocato, si battono strade alternative: «Stiamo cercando di portare avanti la nostra richiesta, anche con altre strutture, ma in modo assolutamente riservato come è doveroso che sia».

I giudici del Tar della Lombardia, intanto, hanno deciso di emettere una sentenza con «rito breve» alla richiesta di sospensione promossa da Beppino Englaro contro il provvedimento con cui lo scorso settembre la RegioneLombardia aveva negato al personale sanitario di tutte le strutture pubbliche e private della Lombardia di effettuare la sospensione dell'idratazione e dell'alimentazione artificiale. I giudici entreranno nel merito, decideranno cioè se annullare o meno il provvedimento con cui la Regione Lombardia. L'atto amministrativo venne emesso dalla Direzione Regionale della Sanità.

Cardinal Poletto: medici facciano obiezione. «La legge di Dio prevale su quella dell'uomo» e per questo motivo «i medici cattolici che si trovassero a lavorare nell'ospedale dove si intende interrompere l'alimentazione di una persona, dovrebbero obiettare e rifiutarsi di farlo». A parlare è il card. Severino Poletto, arcivescovo di Torino, che, intervistato da Repubblica, spiega che «la Chiesa è contraria all'accanimento terapeutico» ma «qui si decide se continuare ad alimentare o no una persona. Questa è eutanasia e la Chiesa è contraria all'eutanasia come a ogni negazione di vita». Il cardinale ricorda inoltre che «un cattolico rispetta le leggi e rispetta la sua coscienza». Per questo, aggiunge, «esiste la possibilità di fare obiezione quando l'applicazione di una legge contrasta con i propri convincimenti».

Bresso risponde: non viviamo in repubblica Ayatollah. «Non viviamo in una repubblica di ayatollah, nella quale il diritto religioso fa premio sul diritto civile» ha detto il presidente del Piemonte Mercedes Bresso intervenendo a 24 Mattino su Radio 24 e rispondendo alle dichiarazioni dell'arcivescovo di Torino. «Si possono richiamare i credenti a dei princìpi religiosi – ha spiegato Bresso – ma se si tratta di diktat allora si è in uno Stato non laico ma come quelli a guida religiosa». Quanto all'obiezione di coscienza, «evidentemente sarebbe rispettata anche in un caso del genere. Nessuno può essere obbligato a fare qualcosa se ritiene di non poterlo fare». secondo bresso è «disumano pretendere che per un tempo infinito una persona che non è più in stato di vita debba essere tenuta artificialmente in vita con lo strazio della famiglia. La morale propria comunque non deve essere mai applicata agli altri».

«Accertata disponibilità delle strutture». Comunque, ha precisato Bresso, «se parlo, dicendo che non ci saremmo tirati indietro di fronte a una richiesta della famiglia Englaro, lo faccio per accertata disponibilità delle nostre strutture». A proposito dell'atto di indirizzo del ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, «una circolare – commenta la presidente – non supera la legge e l'interpretazione della legge non è compito dell'Esecutivo. Anzi, si aprono inquietanti prospettive quando si cerca di piegare la legge a una decisione che è politica».

Bonino: «Bresso inappuntabile». A sostegno della governatrice del Piemonte interviene la vice presidente del Senato, Emma Bonino: «Trovo il comportamento di Mercedes Bresso molto corretto, inappuntabile», perché, spiega, «mette strutture pubbliche a disposizione dell'applicazione di una sentenza, ed è ciò che un buon amministratore pubblico deve fare». Quanto al ricorso alla giustizia nei confronti del ministro Sacconi, promosso dai Radicali, «non vedo – dice Bonino – cosa vi sia di scandaloso nel farvi ricorso, in un Paese democratico si fa così».

Dello stesso avviso Walter Veltroni, convinto che «la presidente Bresso sta facendo ciò che è giusto fare, garantendo l'autonomia delle strutture sanitarie rispetto a forme di pressione politica. L'importante – dice il segretario Pd – è che non ci sia alcuna strumentalizzazione da parte dei partiti».

Roccella: difficile applicare sentenza. Secondo il sottosegretario al Welfare, Eugenia Roccella, però, la sentenza della Cassazione che autorizza a staccare il sondino che tiene in vita Eluana Englaro, sarà di difficile applicazione all'interno del servizio sanitario nazionale. «Non è previsto in nessun Livello Essenziale di Assistenza – ha spiegato a Repubblica Tv – la possibilità di interrompere nutrizione e idratazione».

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