di Alberto
A me sembra difficile non vedere un diffuso atteggamento nei confronti della Chiesa, alimentato e guidato da molti organi d'informazione e dalla magior parte degli «intellettuali» (?), che va dalla cecità alla vera e propria malafede. La Chiesa è stata sempre coerente con se stessa: difende la vita di ogni persona, sempre e comunque. L'ha difesa dai nazisti, l'ha difesa (e la difende) dai comunisti. La difende per i bambini non nati. La difende per i condannati. La difende anche, qui e ora, per Eluana. E però: se condanna il nazismo è buona. Ma se condanna il comunismo (il peccato imperdonabile di Pio XII) è cattiva. Se critica la pena capitale è buona. Se critica l'aborto è cattiva. Adesso, per Eluana, è cattiva, perché, come nel caso dell'aborto, non si sopporta che venga posto un valore intangibile al di sopra della libertà dell'individuo. E' questo, temo, che spinge tanti benpensanti a solidarizzare con il sig. Englaro. Di Eluana, della donna in carne e ossa, che è viva, non credo che a quelli importi molto, se non appunto come simbolo di una nuova battaglia in nome dell'individualismo ideologico. E così, gli stessi che sono pronti a indignarsi e a stracciarsi le vesti perché un demente vestito da prete nega l'Olocausto, preparano il terreno per una nuova barbarie.
