Il Consiglio superiore di sanità si scaglia contro i giudici. «Eluana non muore della patologia da cui è affetta ma di fame e di sete. Anzi, viene fatta morire, quindi si tratta di eutanasia». È quanto sostiene Franco Cuccurullo, presidente del Consiglio superiore di sanità, in una intervista ad Avvenire. Cucurullo afferma di non condividere, pur rispettandole, le decisioni della magistratura. «Ho grande rammarico e perplessità di fronte a questa sentenza – dice – penso che si apra una deriva pericolosa per le persone incapaci». Secondo il rettore dell’Università di Chieti «c’è una forte spinta vitale in Eluana, tanto che per fermarla occorre sospendere idratazione e alimentazione». E si domanda: «Cosa c’è di diverso dall’eutanasia o dall’omicidio?». «Diverso – continua – il caso Welby. La ventilazione meccanica era una terapia indispensabile per la sua malattia». Infine commentando le disposizioni contenute nel decreto della Corte d’Appello che prevedono uso di sedativi e antiepilettici nell’accompagnamento alla morte dichiara: «anche se non conosco le condizioni cliniche specifiche, credo che la morte sopraverrà per insufficienza renale dovuta a disidratazione, e fin’ora questa non è la sua patologia».
Intanto il papà di Eluana entra in silenzio stampa. «Ringrazio tutti i media dell’aiuto e del sostegno che mi hanno offerto in tutti questi anni ma ritengo che non mi resta altra scelta di quella di non parlare più, altrimenti non uscirò mai da questo vortice». Lo ha detto Beppino Englaro, il padre di Eluana, la donna in stato vegetativo da quasi 17 anni, annunciando il suo silenzio stampa. «Io non posso impedire agli altri di parlare e di dire quello che vogliono – ha aggiunto – ma io devo conservare le poche forze che mi rimangono per portare a termine quello che devo fare». «Credo di essermi sempre comportato con correttezza e limpidezza nei confronti di tutti, media compresi – ha detto ancora Englaro – ringrazio tutti per l’aiuto che mi è stato dato e non voglio assulutamente apparire scortese o irrispettoso». «So che le proveranno ancora tutte per ostacolarmi, è un gioco senza fine – ha concluso Beppino – io adesso andrò avanti in silenzio per la mia strada».