"E’ un altro ostacolo legale che dovremo superare – ha commentato papà Beppino, 67 anni, gli ultimi 10 trascorsi a trovare la strada per togliere la figlia da quella che lui definisce ‘non vita’ – E lo supereremo come abbiamo fatto con gli altri: per vie legali". Se la decisione della Regione Lombardia ha immediatamente trovato favorevole il Vaticano ("alimentazione e idratazione artificiali – ha detto il card. Javier Lozano Barragan, presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute – non sono terapie ma sono propriamente ciò di cui la persona ha bisogno per vivere") i legali Englaro preannunciano una dura battaglia legale.
"La riposta della Regione è un atto gravemente illecito e lesivo del diritto a ricevere dall’ente pubblico i trattamenti sanitari conformati a quanto stabilito legalmente in sede giudiziaria – ha affermato l’avvocato e tutore di Eluana, Vittorio Angiolino – Eluana è in stato di incapacità aggravata e il rifiuto diventa rilevante anche dal punto di vista del codice penale per quanto riguarda la mancata esecuzione di provvedimenti del giudice". Il legale critica inoltre la pretesa della Regione di decidere sui trattamenti invasivi della sfera personale, cancellando l’autonomia dei medici, fino a spingersi ‘a promettere eventuali sanzioni disciplinari’ a quei dottori che intendessero metter in atto quanto stabilito da Corte di Cassazione e Corte di Appello".
"Manifesto la mia comprensione alla famiglia – ha replicato il presidente della Regione, Roberto Formigoni – ma leggi, codice deontolologico, comitato bioetioca, nonché la mia convinzione personale mi impediscono di immaginare di sospendere alimentazione, idratazione, assistenza a Eluana, come a qualsiasi altro essere umano". Quanto all’ipotesi emersa qualche settimana rispetto alla possibilità che la giovane potesse essere ricoverata in un hospice fiorentino l’assessore toscano per il diritto alla salute ha detto di non avere ricevuto contatti aggiungendo che "Eluana è in Lombardia e lì si trovi una soluzione".
E’ sempre più atroce la polemica attorno a Eluana, tra battaglie etiche, religiose, biomediche e legali. La donna, nata il 25 settembre del 1970, è in stato vegetativo dal 1992 dopo un incidente stradale che le provocò un grave trauma al cervello che in breve tempo è andato incontro ad una necrosi, ritenuta irreversibile. Assistita dalle suore misericordine della casa di cura Beato Talamoni di Lecco, Eluana respira da sola, ma per tutto il resto è come un vegetale: deve essere nutrita con un sondino e idratata, pulita, girata. Dopo anni di lotte giudiziarie il padre è riuscito ad ottenere, attraverso la sentenza della Corte d’Appello di Milano del 9 luglio, che venga sospesa l’alimentazione artificiale. "Finalmente libera", ha esclamato papà Beppino quel giorno convinto di porre fine all’agonia della figlia. Ma ancora non ha trovato chi lo sorreggerà per aiutare Eluana a morire.