EUTANASIA – In Italia fa capire Napolitano, nessuno parla di introdurre l'eutanasia, ma il caso di Eluana Englaro impone una pronta approvazione della legge sul testamento biologico che regoli i momenti finali della vita. Il capo dello Stato sottolinea che si tratta di «questioni delicate». Tutto questo «nulla ha a che vedere con l'eutanasia». Il caso Englaro nasce attorno al fatto che «la Cassazione ha colmato un vuoto legislativo, il quale deve essere colmato in modo definitivo dal Parlamento».
SCHIFANI – Sulla questione è intervenuto anche il presidente del Senato Schifani. «E' questo il momento della vicinanza, della riflessione e della responsabilita» ha detto Schifani. «Quanto sta avvenendo – ha aggiunto Schifani – pone ormai con drammaticità la necessità di un intervento legislativo che sappia prevenire e affrontare situazioni davanti alle quali le famiglie e le persone non possono essere lasciate sole. E apprezzo pienamente il lavoro che, con convinzione e prudenza, il Senato sta portando avanti per giungere al più presto a un risultato concreto sul tema del testamento biologico». Il Presidente del Senato ha proseguito invitando tutti a mettere da parte le diverse visioni politiche, per risolvere in breve tempo un problema «che lascia ciascuna coscienza divisa e incerta, qualunque sia la decisione che ritenga giusta». «L'immagine di Eluana – ha concluso Schifani – qualunque siano le convinzioni personali di ciascuno di noi, ci angoscia e rimane davanti a nostri occhi».
Ma la Cei e il Vaticano tornano all'attacco sulla vicenda di Eluana Englaro, la ragazza in stato vegetativo da 17 anni che è stata trasferita nella clinica di Udine dove sarà staccato il sondino che la tiene in vita. «Interrompere alimentazione e idratazione è eutanasia – dice monsignor Crociata -. Ora è il momento di tacere. Chi crede, prega». È «inconcepibile pensare di uccidere una persona in questo modo», ha aggiunto il presidente del Pontificio consiglio per gli operatori sanitari, Javier Lozano Barragan. E mentre il premier, Silvio Berlusconi, preferisce non intervenire sulla vicenda, a parlare per il governo è il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella: «C'è una incompatibilità oggettiva – dice – tra il Servizio sanitario nazionale e l'applicazione del decreto della Corte d'appello di Milano» che autorizza la sospensione dei trattamenti di nutrizione e idratazione artificiali. «Chiederemo informazioni dettagliate alla clinica La Quiete di Udine sul protocollo e le modalità amministrative e chiederemo se è vero che Eluana Englaro non è stata ricoverata a scopo di cura – ha aggiunto Roccella -. Vigileremo e faremo in modo di assicurare che siano rispettate le regole del Ssn».
FINI – Una voce decisamente fuori dal coro è quella del presidente della Camera, Gianfranco Fini: «Invidio chi ha certezze sul caso Englaro. Personalmente non ne ho, né religiose né scientifiche. Ho solo dubbi, uno su tutti: qual è e dov'è il confine tra un essere vivente e un vegetale? Penso che solo i genitori di Eluana abbiano il diritto di fornire una risposta. E avverto il dovere di rispettarla».