Il ministro promette battaglia: «Mio dovere è quello di non girarmi dall’altra parte di fronte a un tema così grande e, nel dubbio, insisto nel prendere la posizione che ho già preso, anche a nome del Governo». Intanto è trascorsa in un clima di silenzio e di attesa la prima notte di Eluana nella casa di accoglienza "La Quiete". La donna era giunta ieri all’alba nella struttura friulana dove un’equipe sanitaria di volontari è pronta ad applicare il decreto della Corte di Appello di Milano per l’interruzione dell’alimentazione e dell’idratazione. Medici, infermieri e amministratori della Quiete mantengono un silenzio totale sulla vicenda, ricoverata in una camera al primo piano della struttura sanitaria in attesa di essere trasferita al terzo piano, in una stanza più grande dove dovrebbe avvenire la progressiva interruzione di alimentazione e idratazione.
La donna è costantemente seguita dal personale della struttura e la camera è sorvegliata, 24 ore su 24 da una guardia giurata. Il protocollo messo a punto da medici e legali prevede che Eluana sia alimentata e idratata per tre giorni senza novità rispetto al passato. All’esterno della "Quiete", Polizia e Carabinieri sorvegliano con discrezione la struttura. Davanti alla casa di accoglienza, ieri sera si è svolta una manifestazione di Radicali e associazione "Luca Coscioni" per sollecitare una legge sul testamento biologico. Per il pomeriggio è previsto un sit-in con preghiere dell’associazione Giovanni XXIII per chiedere che Eluana continui a vivere. Sul caso di Eluana la politica ieri si è schierata con le più alte cariche dello Stato, Presidente della Repubblica in testa, che hanno invocato una legge sul testamento biologico che regoli il momento finale della vita.
Il presidente della Camera Fini ha chiesto anche «rispetto» per la decisione dei genitori di Eluana ai quali, soli, spetta il «diritto di fornire una risposta», mentre la Chiesa è tornata a ribadire il suo anatema («inconcepibile ucciderla così»). Soltanto il premier Berlusconi ha deciso di non parlare («non voglio intervenire»), mentre dal Capo dello Stato Napolitano ai presidenti di Camera e Senato Fini e Schifani è pressante la richiesta alle forze politiche di colmare un vuoto legislativo su questa controversa materia. E se per il governo il ministro Sacconi sta valutando eventuali provvedimenti, il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella dice un netto "no" ad escamotage e "cavilli" al fine di ottenere l’applicazione del decreto della Corte di Appello di Milano per la sospensione dei trattamenti a Eluana. Dall'opposizione Veltroni, segretario del Pd, chiede invece alla politica «discrezione» e rispetto per le sentenze.