Il gas in Italia non è più solo una questione tra i “soliti noti”. Oltre alle grande aziende come Eni, Enel, Edison, sono emerse negli ultimi anni altre famiglie che hanno assunto il controllo di fette sempre più consistenti di questo mercato energetico.
Si tratta di «grossisti », secondo la definizione dell’Autorità per l’energia, ovvero intermediari, anche se spesso questo non è il loro unico mestiere. A inizio del 2009 se ne contavano 78. Questi gruppi, messi insieme, possiedono circa 10-11 miliardi di metri cubi di gas. In Italia il consumo annuale si aggira intorno agli 83 miliardi di metri cubi.
Nel 2008, quando il valore di un barile di petrolio è arrivato a quota 147 dollari, questa quantità valeva circa 4 miliardi di euro. Prendendo i dati dell’Autorità, dopo le grandi compagnie, è Blugas il primo per vendite. Tra i suoi azionisti ci sarebbero i comuni della cosiddetta “cintura fiorentina”, i lombardi di Lineagroup, e Mantova: nel 2008 il gruppo è stato intermediario di 1,7 miliardi di metri cubi di gas.
Uno dei motivi del successo di Blugas è l’opportuinità, che la compagnia si è procurata, di far passare del metano sul gasdotto di proprietà dell’Eni, che dalla Russia va in Austria per sbucare a Tarvisio. Alla prima cessione di questi diritti, datata 2006, tutte le compagnia che lo chiesero ottennero un mini-lotto di 20 milioni di metri cubi. Nel 2008 ci fu invece un’estrazione a sorte che portò 120 milioni di metri cubi a 25 società baciate dalla Dea Bendata. Non si sa, però, se dopo ci furono ulteriori compravendite.
La Blugas non è l’unica società che ha soci municipali: ci sono anche la Elettrogas di Argenta, guidata da Roberto Fazioli e Renato Guerzoni, la Energy Trade dei comuni di Carpi e del modenese, di Lecco e provincia, e di Gallarate e del varesotto.
Tra gli imprenditori privati, invece, non può passare inosservato Gianni Pilo, ex sondaggista di Berlusconi ed ex fondatore della Diakron. La sua società, Enoi, posseduta per il 44,5% ciascuno con Renato Rossi, ha trattato 1,3 miliardi di metri cubi di gas. Un’intermediazione che ha portato vendite per quasi 700 milioni di euro e un utile di 15 milioni. Ora Pilo fa anche il trader sui principali mercati continentali.
Segue a ruota la Gas Plus Italiana, posseduta dagli Usberti, famiglia di Parma, con 930 milioni di metri cubi intermediati. Dietro di loro ci sono i Fabiani, dell’area pavese, a cui fa capo la Italtrading, che ha trattato 755 milioni di metri cubi. La famiglia Fabiani si è accordata per una fornitura di 11 anni con la Compagnia italiana del gas, dei molisani Edmondo e Edoardo Falcione. I Falcione sono stati tra i pochi, grazie alla Cig, ad aggiudicarsi nel 2005 una fornitura pluriennale di metano dalla società di Stato algerina, la Sonatrach.
I veronesi Bolla e i piemontesi Bariggi sono tra i soci di 2B Energia, che ha intermediato 621 milioni di metri cubi. E la proprietà di Enova, mezzo miliardo di metri cubi si divide tra azionisti privati situati tra Bergamo, Crema e Lodi. Poi c’è l’imperiese Unogas Energia, guidata dall’imprenditore Walter Lagorio.
La crescita dei gruppi italiani si lega senza dubbio al calo di gruppi stranieri che trattano gas in Italia. Resistono, gli olandesi della Essent, gli italo-svizzeri della Worldenergy. Poi la Energetic Source, che fa capo alla Avelar Energy di Igor Akhmerov, a sua volta filiale della russa Renova di proprietà dell’ucraino Viktor Vekselberg. La Vng, originaria della Germania Est, ha comprato i due terzi della spezzina Spigas.
Ci sono anche gli argentini della Begas Energy. Ma nel mercato italiano a fare la voce grossa saranno probabilmente i russi di Gazprom. Attraverso la viennese Centrex potranno vendere in Italia fino a 3 miliardi di metri cubi.