Secondo gli autori del saggio, il Nobel per la letteratura nel 1954 venne reclutato dagli agenti del Kgb nel 1941 alla vigilia di un viaggio in Cina dopo che aveva in più occasioni espresso «desiderio e volontà di aiutare l’Urss». Attraverso il nome in codice di “Argo”, Hemingway continuò a mantenere contatti con Mosca per l’intero decennio senza percepire alcun compenso, incontrandosi con emissari dei servizi staliniani durante soggiorni a Londra e a Cuba. Il rapporto poi si interruppe per scelta degli stessi sovietici, sostengono gli autori del saggio, perché «Hemingway non fu in grado di proporre ai russi alcuna informazione da loro ritenuta rilevante sotto il profilo politico e militare».
Ma su Hemingway ci sarebbero anche diversi studiosi che hanno ipotizzato come lo scrittore in realtà fosse in contatto anche con i servizi americani. Mosca e Washington, avrebbero quindi rivaleggiato a lungo tra loro per ingaggiare un uomo che aveva larga fama internazionale e si muoveva senza sosta da un capo all’altro del mondo.