Estradizione Battisti. L’ex terrorista in attesa della sentenza per avere l’asilo politico in Brasile

Cesare Battisti attende il verdetto del Tribunale Supremo Federale brasiliano sulla domanda di estradizione in Italia. L’ex terrorista dei Proletari armati per il Comunismo si dice «tranquillo e fiducioso» che i giudici gli confermeranno l’asilo.

Battisti, oggi scrittore, si trova nel penitenziario di Papuda, alle porte di Brasilia.

È stato condannato all’ergastolo nel 1993 in Italia per quattro omicidi commessi tra il 1977 e il 1979; latitante dal 2004, quando fuggì dalla Francia per sottrarsi all’estradizione in Italia, era stato arrestato nel 2007 a Rio de Janeiro. All’inizio dell’anno ha ottenuto dal ministro della Giustizia brasiliano, Tarso Genro, lo status di rifugiato politico.

Mercoledì il suo caso sarà esaminato dal Tribunale brasiliano di ultima istanza che ha deciso di valutare comunque la richiesta dell’Italia. Per perorare la causa, il governo italiano ha mandato in Brasile uno stretto collaboratore del ministro della Giustizia, Angelino Alfano, il capo del Dipartimento affari di giustizia, Italo Ormanni. La sentenza sarà pronunciata alle 9 ore locale, le 13 in Italia.

Secondo il quotidiano “A Folha de Sao Paulo”, i dieci giudici del Tribunale supremo sono divisi sull’estradizione, con quattro a favore, quattro contrari, un incerto e un sicuro assente. Il governo brasiliano prevede che Marco Aurelio Mello, Joaquim Barbosa, Carmen Lucia e Carlos Ayres Britto si opporranno all’estradizione, come auspicato dall’esecutivo. Altri tre giudici, Gilmar Mendes, Ellen Gracie ed Eros Grau, dovrebbero invece allinearsi all’indicazione del relatore, Cezar Peluso, che raccomanderà l’estradizione di Battisti. Non dovrebbe partecipare alla sessione il giudice Celso de Mello e l’ago della bilancia diventa quindi Ricardo Lewandowski, che non ha espresso un orientamento preciso.

Sul caso Battisti è intervenuto anche il ministro degli Esteri, Franco Frattini: «È necessario confidare nella giustizia brasiliana e in una decisione equa della Corte suprema. Sarebbe per tutta l’Europa un principio sorprendente se si riconoscesse che un cittadino di un paese europeo viene riconosciuto come rifugiato».

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