Il magazine del New York Times pubblica in prima pagina un’inchiesta, a firma di Sheri Fink, sul comportamento dei medici del “Memorial Hospital” di New Orleans durante e dopo il disastro causato dall’Uragano Katrina: si sospetta che, oberati di lavoro e senza sapere più dove sbattere la testa, medici e infermieri avessero indotto la morte nei malati terminali attraverso delle iniezioni letali. Insomma veri e propri episodi di eutanasia.
Questa inchiesta è costata 400 mila dollari e, per la prima volta, è stata cofinanziata dal New York Times e da ProPublica, un sito internet no profit di giornalismo investigativo, fondato dall’ex editore del Wall Street Journal, Paul Steiger.
Gran parte dell’inchiesta si concentra sulla dottoressa Anna Pou, che ha indotto la morte in diversi pazienti e che ora è stata arrestata e portata davanti al giudice. Intervistata dal giornalista del New York Times, la dottoressa avrebbe detto di aver fatto del suo meglio con le risorse limitate di cui disponeva e in quella situazione di emergenza, in cui l’opsedale tracimava di malati, «ci si doveva assumere il rischio di decidere sulla sorte dei pazienti più gravi».
Quello che sta attirando, più di tutto, l’attenzione dei media è che questa inchiesta sia costata una cifra altissima, che mai nessun giornale si vorrà mai sobbracare, tantomeno da solo. La pubblicazione delle rivelazioni sui medici di New Orelans è arrivata grazie ad un sito no profit e la prossima volta? Come si chiede lo stesso New York Times, chi pagherà il prossimo Watergate? O le torture nel carcere di Guantanamo?