Laureata alla facoltà di Giurisprudenza Federico II. Uno studio legale a Pompei e uno nel modenese. Circa 250 cause vinte. Giuditta Russo, 39 anni napoletana, aveva tutte le carte in regola per poter parlare di una carriera forense di spicco. Peccato non avesse mai sostenuto alcun esame, men che mai quello per diventare avvocato. Non si era mai laureata: tutto inventato.
Una tesi (realmente preparata così come tutti gli esami che però non ha mai dato) sul 416bis a compimento di un ciclo di studi eccellente: anche quella è frutto della fantasia di Giuditta. Alla discussione non aveva voluto nessuno. I genitori la sentirono piangere per la felicità solo dopo, al telefono. Loro come chiunque altro, amici e parenti, non hanno mai saputo nulla dell’enorme bugia della figlia. Hanno festeggiato con lei i suoi successi: il suo ingresso come praticante in uno studio di rilievo e poi il suo farsi strada, avanti e indietro per l’Italia, offrendo sempre «le tariffe minime – come ha spiegato lei stessa – nel timore che qualche cliente potesse rivolgersi all’Ordine degli avvocati».
Ma poi qualcosa va storto. Perde una causa importante ma non lo dice ai clienti: li risarcisce chiedendo un prestito ad un amico a cui promette investimenti con interessi del 170 per cento. Lo paga grazie a un nuovo prestito ottenuto da un altro conoscente e così va avanti finché capisce di non avere scampo. A settembre 2005 confessa tutto al Presidente della Camera penale di Torre Annunziata. Su di lei la Procura apre un fascicolo.
Lunedì scorso Giuditta si è presa cinque anni di reclusione per i reati di esercizio abusivo della professione forense e di consulente finanziario, nonché di truffa. Il giudice monocratico del tribunale di Torre Annunziata ha aumentato di un anno la pena di quattro richiesta dal pubblico ministero. La donna ricorrerà in appello e il suo avvocato difensore è fiducioso che la sentenza verrà riformulata. La cosa che proprio non le va giù è passare per una truffatrice: si è impegnata per risarcire tutti i clienti che ha fatto perdere. «Io non ho trattenuto niente per me – ha detto – non l’ho fatto per danneggiare qualcuno».
*Scuola Giornalismo Luiss