L’Ue non si rassegna alla condanna della leader dell’opposizione birmana, San Suu Kyi, e procederà a rafforzare le sanzioni contro la Giunta birmana e a realizzare una strategia a tutto campo per liberare il premio Nobel. Lo ha affermato in un’intervista a SkyTg24, Piero Fassino, inviato speciale per l’Ue in Birmania.
L’Unione europea aveva già avvisato la Giunta – ha detto Fassino – che se ci fosse stata una sentenza negativa in questo processo avremmo inasprito ulteriormente i provvedimenti sanzionatori. Al tempo stesso dobbiamo rafforzare ancora di più la strategia a tutto campo per ottenere la liberazione di San Suu Kyi, non rassegnandoci a questa condanna, e arrivare alla liberazione dei prigionieri politici, che sono oltre 2000, per ottenere quello che la Giunta non ha concesso: ovvero un dialogo tra il regime e l’opposizione senza il quale è difficile pensare che le elezioni del 2010 siano un passaggio utile”.
In merito alla condanna a 18 mesi, Fassino ha sottolineato che “perfino la Giunta ne sente l’imbarazzo”.
Questo infatti spiega “la decisione di ridurre la pena della metà e di trasformarla in arresti domiciliari”.
Per quanto riguarda le sanzioni Fassino ha precisato che “consistono soprattutto nel colpire esponenti del regime che sono compartecipi di questa decisione”. In particolare, ha aggiunto, “saranno adottate nei confronti di coloro che hanno emesso questa sentenza ai quali sara vietano l’ingresso nell’Ue”.
Inoltre, ha aggiunto Fassino “verranno insprite le sanzioni finanziarie per evitare che possano esserci sostegni economici a un regime e alle sue scelte”.
L’Ue sta anche lavorando, ha concluso Fassino, nell’intensificare la pressione diplomatica dei paesi vicini: “Risulta evidente che Cina [paese notoriamente rispetto dei diritti umani e contrario alla pena di morte] India, Thailandia, Indonesia e Asia possono esercitare un’influenza decisiva”.
Tig