“Fenomenologia di Paolo Mieli”. Dal blog di Andrea Romano sul Riformista

Andrea Romano, professore di storia, editorialista della Stampa prima e del Riformista ora, tratta sul suo blog il ruolo giornalistico e politico di Paolo Mieli, nel momento in cui Mieli lascia per la seconda volta la direzione del Corriere della sera di Milano.

Così comincia Romano.

Se di solito la dietrologia aiuta poco più di zero, talvolta non serve proprio a niente. Come nel caso di Paolo Mieli che in questi giorni chiude il suo secondo ciclo di direzione al Corriere della Sera. Perché al netto dell’abuso di categorie come “terzismo” o “mielismo”, quello svolto da Mieli nel ventennio della nostra transizione è stato un ruolo apertamente politico. Il ruolo di chi ha aggiornato la tradizione dell’interventismo giornalistico alle condizioni della crisi repubblicana apertasi nel 1992, rovesciando il modello tardo-scalfariano nel suo esatto contrario e collocando nuovamente il Corriere al centro del tavolo politico nazionale. Un ruolo che nasce insieme alla più grave esplosione di debolezza della politica italiana dal 1943 in avanti, che si alimenta di quella debolezza nei suoi diversi stadi evolutivi e che viene infine sconfitto dalla stabilizzazione provvisoria del nuovo regno berlusconiano.

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