di Martina
Più passa il tempo e più la utopica serietà e professionalità delle tanto illustri Ferrovie dello Stato sta mostrando ai suoi utenti un panorama laidamente riprovevole. Sono giorni e giorni ormai che lo spostamento tramite linea ferroviaria nella città di Roma e più precisamente lungo le tratte Fiumicino aeroporto – Fara Sabina e Roma Ostiense – Cesano di Roma (o Viterbo) è divenuto decisamente e turpemente impossibile.
Da cittadina (come tantissime altre persone) che necessita assolutamente di usufruire del treno per lo spostamento all’interno della città di Roma e zone limitrofe, non posso accettare un tale scandaloso disservizio, tanto da rendere ogni viaggio un’agonia senza capo né coda. Vergognose dilazioni delle vetture, corse soppresse astutamente mascherate da semplici ritardi e personale che, la congettura nasce spontanea, chissà dove o chissà perché evidentemente si bea del disagio altrui.
E’ comprensibile che con l’arrivo della calda stagione, si possano apportare delle modifiche agli orarî di arrivi e partenze, è altrettanto comprensibile che a causa di un guasto (sporadico, come è normale che sia!) capiti la rara (e vorrei sottolineare “rara”) occasione in cui vi sia un ritardo in questo caso giustificato, ma che la nenia si ripeta ogni giorno e ad ogni ora, è a dir poco inammissibile.
Non solo: è proclività ormai che i ritardi oscillino da un minimo di 10 minuti fino a raggiungere anche i 55 minuti; per non parlare delle soppressioni che raggiungono anche le tre corse eliminate. Probabilmente sa di vecchio contemplare una sfocata immagine ove i treni arrivano in orario rispettando la puntualità che dovrebbe caratterizzarli, ma forse, considerando l’inefficienza dei servizî pubblici (FS in primis), mi lusingo che si possa almeno “tentare” di rispettare la tabella stabilita, senza costringere il viaggiatore pagante a subire i mostruosi ritardi e i beati comodi d’un servizio incompetente e affatto rispettoso.
Specchio di una rettitudine inesistente e di una volontà lavorativa immelensita da inerzia e noncuranza, i binarî giacciono a questo punto semi-inutilizzati sotto la canicola che allo stesso modo batte sui passeggeri esasperati e fin troppo tolleranti che attendono alle stazioni e che rischiano ritardi al lavoro o ad appuntamenti, per imperizia di scioperati addetti dediti alla loro sinecura.
Il mio appello, dunque, che rivolgo all’organizzazione delle Ferrovie dello Stato nella città di Roma mira a far notare una situazione difficile e gravosa per i cittadini che ogni giorno hanno bisogno del trasporto ferroviario e chiedo dunque, apertis verbis, nonostante possa risultare più arduo vista la stagione ritrovare un poco di etica professionale, che vengano più rispettati gli orarî e meno presa per il naso l’utenza.
Auspico frattanto che l’esimio personale dormiente delle ferrovie dello stato mediti su queste parole durante il torpido e vergognosamente abulico servizio reso alla cittadinanza.