FERROVIERE LICENZIATO: PROTESTE E MINACCE DI SCIOPERO

La prima comunicazione Dante De Angelis l’ha ricevuta a voce, da un dirigente di poche parole. E solo ieri ha ritirato la lettera con cui le Fs gli danno il benservito. Giaceva da qualche giorno nell’ufficio notifiche del Comune di Velletri ma lui non ne ha saputo nulla fino allo scorso Ferragosto, quando tornando al lavoro gli hanno sbarrato la porta: «Lei è fuori». Aveva perso il posto per una dichiarazione di troppo.

Ora la vicenda del macchinista che ha denunciato gli Eurostar spezzati in due diventa un caso politico. E davanti alle accuse di sindacalisti e parlamentari (non solo di sinistra) anche il presidente del Gruppo Ferrovie, Innocenzo Cipolletta, deve ribadire che «De Angelis è stato licenziato non perché ha segnalato un incidente, ma perché ha fatto delle affermazioni false sulla sicurezza, molto pregiudizievoli per l’azienda». Insomma, per il numero uno delle Fs il macchinista avrebbe macchiato l’immagine del gruppo: «Ha dato l’idea che i treni fossero insicuri e che si potessero spezzare durante la corsa. Una cosa impossibile, tanto che lo stesso De Angelis lo ha ammesso successivamente, facendo una sorta di marcia indietro. Ormai, però, il danno era stato fatto».

La versione della dirigenza non convince il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni: «È un caso controverso — sospira il sindacalista —. Possono dire ciò che vogliono, ma De Angelis è anche un lavoratore-cittadino, peraltro incaricato della sicurezza. E in tal veste avrà le capacità di discernimento per segnalare pericoli eventuali». E seppure si fosse sbagliato, il licenziamento è una punizione sproporzionata: «Ho il timore — conclude Bonanni — che questi comportamenti, oltre a obbedire a questo clima di caccia alle streghe che si sta alimentando nel Paese, obbediscono anche a logiche volte a coprire altre carenze, storture evidenti, che finora non sono state denunciate nelle Ferrovie». Non usa mezzi termini, né eufemismi d’occasione Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista. Per l’ex ministro del Welfare quanto accaduto a De Angelis è una «vigliaccata ed è sintomatico della regressione in atto oggi nel nostro Paese». Ferrero sottolinea che il lavoratore era anche rappresentante sindacale interno: «La Costituzione repubblicana è stata davvero ributtata fuori dai luoghi di lavoro se una grande azienda come le Fs utilizza simili ritorsioni nei confronti di chi si batte per la sicurezza dei lavoratori e di tutti i cittadini. Colpiscono Dante al fine di zittire e intimidire un’intera categoria».

E allo stesso modo anche Oliviero Diliberto, dei Comunisti Italiani, prende la difesa del lavoratore licenziato: «Trenitalia ha aspettato Ferragosto per cacciare con un provvedimento antisindacale Dante De Angelis, macchinista delle Ferrovie e rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. In un sussulto di lucidità il vertice di Trenitalia ritiri quel licenziamento». La sigla Sdl, Sindacato dei lavoratori, annuncia «pesanti iniziative di lotta» e sottolinea di aver avviato le procedure di legge per indire uno sciopero. E se al fianco del macchinista scendono uomini del mondo della sinistra e sigle sindacali, qualche perplessità agita anche la maggioranza: «Se il macchinista è stato licenziato per aver dichiarato il falso procurando un danno all’azienda — chiede il sottosegretario Francesco Giro — i dirigenti Fs chiariscano cosa è accaduto il 14 e il 22 luglio a Milano quando due Eurostar si sono spezzati. Sarebbe facile e dunque sbagliato licenziare una persona tenendo la bocca cucita».

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